domenica 28 giugno 2015

storia di Carmelo, un siciliano


Carmelo era figlio di un noto commerciante e produttore di calzature di Palermo. Era quello che, si sarebbe detto oggi, un 'figlio di papà'. La famiglia era benestante, ma lui era, nonostante questo, sensibile ai problemi degli altri.. Gli operai di papà li aiutava, ne sentiva le sofferenze. Come sentiva le sofferenze del suo tempo: l'Italia aveva chiesto l'armistizio, con Badoglio. Era il 1944. Vediamo il Quadro della situazione: il Paese era spaccato in due. A Nord c'era la Repubblica di Salò, con tutti i gerarchi fascisti che governavano una porzione dell'Italia, soffiando sul fuoco di una presa d'orgoglio di tutti quei reduci di un regime ormai sul viale del tramonto. Il Sud era in subbuglio. Gli Alleati erano sbarcati in Sicilia e, lentamente, ma con decisione, risalivano la penisola. Cercavano di riorganizzare un Esercito Italiano ormai allo sbando. Fornivano loro le divise, le armi, li aiutarono a denominarsi GRUPPI DI COMBATTIMENTO. Ne nacquero 6: il Cremona, il Friuli, il Folgore, il Legnano, il Piceno, il Mantova. E suonarono l'adunata a richiamo per tutti quelli che ne volessero far parte. Li chiamarono, dopo, i VOLONTARI della GUERRA DI LIBERAZIONE. Autentici uomini votati al sacrificio. Chi partiva sapeva che aveva serie probabilità di non tornare più. Alla fine della guerra se ne contarono, di volontari, circa 100 mila, mentre le perdite ammontarono ad alcune migliaia. Carmelo litiga col padre, perchè vuole fare qualcosa per il suo paese. Il padre era di fede fascista. Lascia il benessere della famiglia e si arruola Volontario. Dove lo mandano? Dal primo, di quelli costituiti, e persino in prima linea: il Cremona. il glorioso Cremona. Agli inizi del 1945 questo gruppo viene piazzato nella linea di confine tra l'Italia liberata e l'Italia sotto il controllo nazi-fascista: la linea GOTICA. E a Marzo avviene una cruenta e aspra battaglia, ad Alfonsine, vicino Ravenna. Un autentico massacro. Carmelo si batte con eroismo. Viene persino decorato con la croce di guerra.


La linea Gotica viene sfondata dalle truppe Italiane che, vittoriose, procedono sino a Venezia. Le cronache diranno che tornarono indietro con mezzi di fortuna. Poco dopo, la guerra finirà. Molti reduci di quella guerra fecero carriera, appropriandosi, spesso, di meriti non veri. Carmelo torna a fare l'operaio nella fabbrica di scarpe del padre. Tra quelli che ci avevano guadagnato con la guerra non c'era certamente lui, criticato dal padre. E tra alti e bassi, quel rapporto col padre procede, per anni, minato seriamente da quello scontro tra i due durante gli anni di guerra. Carmelo aveva visto gli uomini comportarsi di fronte alle scelte serie della vita e ne aveva valutato lo spessore. Detestava l'ipocrisia. Detestava chi si addossava dei meriti che non aveva. Schivo di complimenti e di elogi, viveva lavorando sodo, educando molto severamente i 4 figli natigli dalla famiglia che si era formato. Era molto severo perchè era andato verso la vita dura, non l'aveva evitata. Generosissimo, era solito fermarsi per strada e fare l'elemosina verso chi vedeva soffrire. E la durezza del suo lavoro, nella fabbrica di scarpe della famiglia, lo abbattè improvvisamente, un giorno, dopo 3 giorni di sofferenza in ospedale. Morì a 47 anni, ignorando uno stress psico-fisico che lo assediava da anni.
Dimenticavo: Carmelo era mio padre.   


sabato 27 giugno 2015

Volle far bene e invece...ha fatto danno


Ero immerso nelle lettura di un vecchio libro di Leonardo Sciascia, Le parrocchie di Regalpetra, quando fui colpito da un passo dello stesso, in cui parlava, brevemente, del regime fascista. Racconta, Sciascia, che, in vista del possibile, e avvenuto, sbarco in Sicilia degli alleati, nel 1943, il regime fortificò le spiagge siciliane e fece affiggere dei manifesti nei muri delle città prossime alle coste; firmato dal generale Roatta. Guardando il manifesto, dice lo scrittore, '….(il generale Roatta)...fu il primo ad avvertire i Siciliani che italiani proprio non potevano considerarsi, che gli italiani si proponevano di difenderli allo stesso modo e nello stesso sentimento dei camerati tedeschi...'. Sciascia arriva a dire che Roatta avrebbe dovuto essere nominato , da Andrea Finocchiaro Aprile, 
famoso leader dei separatisti siciliani, quale Presidente onorario di una Sicilia indipendente. Che l'Unità d'Italia non avesse arrecato un gran beneficio all'Isola, se ne erano accorti in molti. Era avvenuta, contrariamente alle aspettative, con gran spargimento di sangue (basti ricordare la Strage di Bronte). I primi anni ebbero luogo le prime emigrazioni in massa verso il continente Americano. Ci furono, poi, dei movimenti contadini che culminarono coi FASCI SICILIANI, che alcuni vedono anticipare i movimenti social-comunisti che portarono, poi, alla Rivoluzione Russa del '17. Sui Fasci Siciliani scrisse un romanzo, Luigi Pirandello (I VECCHI E I GIOVANI). Nel romanzo si vede il dialogo tra le vecchie generazioni e le nuove ed emerge la delusione dalle aspettative, originatesi con l'Unità d'Italia, degli anziani, che vogliono comunicarlo ai giovani. Vi furono poi le due guerre mondiali, in cui la Sicilia forniva uomini ma ne otteneva, in cambio, dal regime fascista, vigilanza sulle sue terre, non progresso, sviluppo, dotazione di infrastrutture. Il Fascismo, apposta, aveva mandato il prefetto Mori, che veniva a cercare mafiosi, soprattutto piccoli, salvo, poi, mantenere i più potenti saldamente al loro posto, perchè avevano POTERE. Quegli stessi 'potenti' mafiosi che, gli Americani, insediarono, dopo lo sbarco, come Sindaci delle città Siciliane, facendo proliferare, negli anni successivi, una MAFIA DI POTERE POLITICO. Quella stessa che tanto danno fece, nel dopoguerra, all'isola, culminando con le stragi degli anni '70-80-90, sino ai giorni nostri.


venerdì 26 giugno 2015

La capitale del cibo da strada



Palermo. E' un'autentica 'droga' gastronomica. E' il trionfo del gusto, della scelta, dell'assaggio, della varietà, del leggero (come mangiare una patatina dolce e bollita dal fruttivendolo) ma anche del pesante (un 'coppo' di frittola). Tutti chiamati CIBI DA STRADA, ma per le vie di Palermo non si finirebbe di mangiare mai. Si comincia la mattina da un tipico bar di Palermo (ce ne sono tantissimi) dove si può consumare una IRIS, focaccia morbidissima fritta ripiena di crema di ricotta e cioccolato), un CARTOCCIO (simile alla precedente, ma con crema di ricotta che fuoriesce da due fori) oppure una RIZZUOLA (morbidissima focaccia fritta ripiena di un ottimo ragù di carne, profumato di menta), oltre alle immancabili ARANCINE (di cui ho già parlato), agli SFINCIONELLI, anche di questi ho già parlato, oppure uno SPIEDINO (focaccia fritta ripiena di ragu' e salsa bechamel, a strati). E finito con la rosticceria, il palermitano ha schierati davanti a sé, durante la giornata, per strada, tutta una serie di attentati alla sua linea. Può rompere il digiuno con un PANINO CA' MEUSA, morbidissima pagnottina ripiena di MILZA e altre interiora di mucca, cotte nello STRUTTO, aggiunte di RICOTTA e CACIOCAVALLO grattugiato. Se capita, può anche incontrare il venditore di MUSSU, MASCIDDARU e CALCAGNOLU, che sono le cotenne della mucca, in particolare del muso e delle zampe, opportunamente bollite e spruzzate di limone e guarnite di prezzemolo.




 E molto sale. Come ci vuole molto sale nella CARNE A STRICASALI, parti di carne grassa, affettata e bollita, annegate nel limone, nel sale e nel pepe nero. E se incontro quello della FRITTOLA? E' il venditore di una prelibatezza, molto grassa, che tiene calda in un cesto, chiuso da una 'mappina' e ne serve un pugno alla volta, per mantenerla calda. La sera non guasterà un piatto di CUARUMA, che sono le interiora del vitello, bollite e tagliate a pezzi. Oppure, se incontro uno che arrostisce STIGGHIOLE, gustosissimi intestini di pecora, ne assaggio una. Questa è tutta carne. Anni fa c'erano quelli che vendevano FRUTTI DI MARE per strada, o POLPO BOLLITO. E i PANELLARI? Dove li mettiamo? Espongono nel bancone un panorama di fritture: PANELLE, CROCCHE', RASCHIATURE, QUAGGHI (melanzanine fritte), CICIREDDU (pesciolini fritti) e tante altre varietà di fritture, anche a richiesta.



Conclusione: per strada, il Palermitano non rischia mai di MORIRE DI FAME.

mercoledì 24 giugno 2015

Le arancine, delizia mediterranea


Uno snack delizioso, da consumare a colazione, pranzo e cena. Di primo mattino, tutti i bar palermitani le tengono in bella mostra. Con carne e al burro sono le più tradizionali. Adesso ci sono delle rosticcerie che ne preparano con i gusti più disparati, mettendo, come ingrediente interno, delle verdure, del pescespada, vari formaggi, ecc. Ma è bene dire che l'arancina più tradizionale è solamente alla carne. Ed è con questa che cominciamo le istruzioni per la preparazione. Si porti alla cottura 1 kg. di riso per risotti. Suggeriamo di mettere dello zafferano nell'acqua e delle foglie di alloro. Allo stesso tempo, cuocere il condimento. Circa mezzo Kg di carne macinata da preparare come un ragù, molto ristretto, con un po' di estratto di pomodoro, piselli e alcune foglioline di menta. Dopo quasi un' ora di cottura, lasciar freddare. Anche il riso, quando è cotto, spegnere il fornello, scolarlo, eliminare l'alloro e lasciarlo freddare. A questo punto, freddi gli ingredienti, creare delle palline di riso con il palmo della mano, mettere un cucchiaino di ragù, chiudere la pallina con la mano.Poi lavorare, con le mani che avrete bagnato d'acqua, l'arancina, modellandola bene, e impanarla sul pangrattato.
Con questa tecnica e con questa quantità di ingredienti ne farete una ventina circa. Accumularle su un piatto e coprirle con un panno asciutto. Su una pentola immettete un litro di olio di semi di girasole e portate a ebollizione. E scendere, ad una ad una le arancine, che saranno fritte prendendo un bel colore dorato. Adagiarle, volta per volta, su un piatto con della carta assorbente gli oli fritti.

Per quelle al burro, invece, sostituire il ragù con del burro, primosale siciliano, pepe nero e prosciutto cotto tagliato a cubetti. Servire e...buon appetito. Gustare le arancine accompagnandole con Inzolia siciliano o Nero d'Avola.


domenica 21 giugno 2015

Italia, paese di furbi

 L'Italia è forse il Paese in cui l'arte dell'inganno, della furbizia, del sotterfugio, è la più sviluppata, perlomeno, tra tutti i Paesi Occidentali. Senza analizzare le vicende storiche pre-unitarie, basti vedere quello che succede dopo il 1861. Innanzitutto, la stessa Unità d'Italia è frutto di un inganno. Dei Savoia al resto del Paese.Si spacciarono per ricchi e potenti ma si impossessarono di tutti i beni e le ricchezze del Regno delle due Sicilie per potenziare il Nord d'Italia, impoverendo e lasciando nell'indigenza e ignoranza il Meridione d'Italia. Da quel momento iniziò la vendetta del Sud, che fece fatica a riconoscere nel nascente regno d'Italia la propria Patria, e si organizzò in uno Stato parallelo, che diede origine alle Mafie che dominano da quelle parti. Venne il Fascismo, e li si concretizzò un'altra bufala. Il Duce sapeva benissimo che non poteva competere con tutti gli altri Paesi Europei, ma passò il tempo a dire agli Italiani: 'Voi siete i migliori!' arrivando ad un vero e proprio lavaggio del cervello. Ce ne accorgemmo raccogliendo i cocci dell'Italia, ridotta in frantumi, alla fine della guerra. Che pure si svolse non senza inganni e furbizie. Ricapitolando: l'Italia entra in guerra nel 1940, a fianco della Germania. Ma nel 1943, resasi conto che l'impresa era di gran lunga superiore alle sue forze, chiede l'armistizio, quindi, diventa nemica della Germania. E, di fronte alla reazione di questa, che si sente tradita, reagisce, giustamente per difendersi, ma dimenticando che li abbiamo, effettivamente, ingannati. Infatti, la guerra finisce, i vincitori sono altri, ma noi ci comportiamo come offesi e vincitori di una contesa immaginaria nei confronti della Germania. Ma poi, negli anni successivi, anni di pace, c'è l'esercizio abituale della furbizia in ogni parte d'Italia. A Napoli c'è il detto 'ccà nisciuno è fesso', ma a Roma c'è la 'sòla', una continua applicazione ad appioppare una fregatura agli altri e una continua ricerca ad evitarla. In Sicilia c'è il 'futticumpagnu', ovvero il raggiro semplice o complesso negli affari. La furbizia del Nord è più velata, silenziosa, non si percepisce quasi. Ma un Milanese si sente più furbo di un Napoletano. Nei rapporti verso l'Autorità Statale prevale il volerla fregare, pagando meno tasse possibili, evadendole o eludendole. Ci sono quelli che, pur lavorando con la Pubblica Amministrazione, o con lo Stato in genere, si portano a casa qualsiasi cosa possa loro servire (ho visto militari di carriera riempirsi l'auto di cibi e suppellettili a loro affidati dalla Difesa, pratica diffusissima). Poi c'è il fenomeno della corruzione, a tutti i livelli, tra i cosiddetti' politici. La corruzione Italiana è la più alta d'Europa. Per non parlare del raggiro, a tutti i livelli, che ha portato alla crescita smisurata del debito pubblico, uno dei più alti del mondo





sabato 20 giugno 2015

Gender? e cche vvordì?



Io sono contro questa roba chiamata 'Gender'. Quando sono nato ero, e sono rimasto, un maschietto. Sono cresciuto e piano piano sono diventato uomo. Mi sono sposato e ho fatto figli. Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello il dubbio se fossi o meno maschio, se dovessi decidere, caso mai, delle soluzioni 'alternative'. Allo stesso tempo, a mia sorella non veniva il benchè minimo dubbio che fosse femmina. Il che , probabilmente, presupporrebbe, o avrebbe presupposto, che avessi avuto dei dubbi, delle sofferenze riguardo alla mia identità sessuale. Una volta, da ragazzo, da giovane ci avrei scherzato con delle espressioni sonore o figurate (è facile immaginare quali). Oggi, di colpo, complici strumenti chiamati 'social network', come Facebook, a volte salutari, a volte diabolici, ma originatosi a Tokio nel 1995, da un convegno dell'Associazione Americana Psicologia., si vede un'accellerazione 'turbinosa' delle pretese dei 'genderisti'. A fronte, ci sono circolari ministeriali, pretese lotte di rivalsa da parte dei sostenitori di una 'totale uguaglianza' di maschi e femmine. Alla base c'è il principio, scambiato per democratico, del fare tutto quello che fanno i maschi, e viceversa. Abbiamo comportamenti diversi, non l'uno superiore all'altro, o inferiore, ma con caratteri diversi. In quel famigerato convegno di Tokio si presero delle determinazioni e delle decisioni di comportamento, verso l'educazione di base degli esseri umani, che hanno influenzato molti. Ed eccoci qua, oggi a discutere sul chiedere a un bambino o a una bambina 'cosa vuole essere', se maschio, femmina, o 'devo decidere'. Chi ha fede, come me, vede un'azione di Satana, per sconvolgere la stabilità della famiglia....


martedì 16 giugno 2015

viviamo assieme ..la nostra fede




Una Domenica a riflettere. Eravamo una ventina di persone, del gruppo GAD della Fraternità Francescana di Betania, al Santuario del Sorbo, tra Campagnano e Formello (Roma). Fra Nicola ci ha letto dei suoi pensieri su cui ha costruito una riflessione. Per uno che si proclami 'cristiano' viene il momento di gestire la pazienza verso chi, apparentemente, non sopportiamo. Ci accorgiamo, anche, che 'quell'impedimento', o 'quella difficoltà', o 'quell'insuccesso' non sono casuali. In un cammino cristiano non tutto è un successo continuo.
Dice, infatti, S.Pietro nella sua lettera Patienter agit propter vos, nolens aliquos perire, sed omnes ad poenitentiam reverti (che è il Signore che ha pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti dovrebbero tornare alla penitenza). Ed è quella pazienza del Signore che ci spinge a cercare Umiltà dentro di noi. Anzi, Umiltà, Carità, Perdono.




lunedì 15 giugno 2015

Douce France?








C'era una Francia carina, poetica, sentimentale, romantica. Quest'immagine è nei ricordi di molti di noi, quelli che erano invitati a studiare, come lingua straniera, il francese, anni fa, prima dell'avvento dello strapotere dell'inglese, grazie a Internet e al linguaggio criptato dell'Informatica (una volta c'era il DOS e si gestiva in inglese). Nell'immaginario di molti di noi ragazzi tutto ciò che sapeva di francese, sapeva di gentilezza, di nobile, di educato. Risuonavano nell'aria gli 'oui', pardon, monsieur, madam, tutti accentati E l'italiano sembrava un brutto derivato del francese. E il miglior cibo pareva francese. Pareva. Per fortuna i nostro italiano era enormemente superiore.Non parliamo, poi, dei migliori vini. Poi, col tempo, vengo a sapere che la Francia era una rozza caverna che i Romani portarono alla luce. Che gli insegnarono, loro, i latini che venivano da Roma, a parlare correttamente. Il Francese divenne una lingua grazie al Latino. Poi le vicende storiche portarono la nascente Francia a grandiosità che compresero anche il re Sole, che si profumava tanto per non lavarsi. Dopo la Rivoluzione Francese, che tuttora rimane un fatto di rottura con un mondo che decadeva, quello di una certa nobiltà e di un certo clero, a beneficio di una nascente borghesia, inizia un cammino della Francia verso un colonialismo duro e sprezzante verso i popoli dell'Africa ed anche del nuovo mondo (come il Canada). Il risultato di quel periodo fu che in Nord Africa, in tutta la zona sub-Sahariana, detta Sahel, ma anche nella fascia Atlantica (Marocco, Algeria, Tunisia), più altri paesi, come il Madagascar, si parla francese. Ed è proprio dal Madagascar che proviene Parani. E' un mio vicino di casa, qui a Roma. Anni fa viveva e lavorava in Germania. Ma decise di venira in Italia, perchè qui viveva e lavorava la sua ragazza, che poi divenne sua moglie. Risultato: lascia una situazione più solida e scommette su una meno solida, l'Italia. Infatti qui lavora saltuariamente e progetta di tornarsene a lavorare in Germania. Lo sento parlare un italiano perfetto, ma con un accento francese. Gli dico: ma perchè non vai in Francia? Dopotutto sei uno di loro. Di loro? Si arrabbia. Mai! Mai coi francesi. E mi racconta che stanno nel suo paese da dominatori. Da colonizzatori, per l'esattezza. Non me l'aspettavo. E mi spiega che i francesi sono degli utilizzatori di risorse umane. Se ne servono. Poi via. In Madagascar mettono al potere chi vogliono loro. Ci vanno per sfruttare le loro risorse. Sono schiavi a casa loro. Addirittura arriva al punto di dirmi che vuol dimenticare la lingua francese. Anche se mantiene quell'accento con la erre moscia. E in questi giorni la Francia si rende protagonista di azioni cruente nei confronti dei clandestini: costoro scappano dall'Italia, loro li rintracciano li incartocciano e li scaricano di nuovo in Italia. Adesso capisco Paolo Conte che cantava 'Bartali, e i francesi che si inc......no'
(e ci devono ancora le scuse per Ustica...)







sabato 13 giugno 2015

Le Panelle, regine della cucina palermitana




A Palermo gira tra la gente una cantilena popolare: cu mancia panelli 'un muori mai. (chi mangia panelle non muore mai). Ed ha una valenza scientifica: i ceci, da cui ha origine la pasta di cui sono composte, sono ricchi di proteine, al punto che un panino con le panelle ha lo stesso valore energetico di una fetta di carne ma fa meno danni. Ed allora, procediamo con le istruzioni per fare queste panelle, buonissime e salutari. Si prendano 250 g. di farina di ceci e si versino a pioggia su una pentola che contiene 1 litro di acqua. Importante: il rapporto tra farina e acqua deve essere 1 a 4. E si mescoli a freddo con una frusta girando continuamente. Un po' di sale. Sempre mescolando. A questo punto si accenda il fuoco, chè inizia il vero lavoro del cuoco. Mescolare a fuoco lento per circa mezzora, versando, nel frattempo, del prezzemolo tritato. Ci sarà un momento che la pasta diverrà densa. Non fermarsi. Continuare a mescolare, sinchè si ha l'impressione che la pasta si stacchi da sola dalle pareti. Quello è il segnale che è il punto preciso di cottura. A questo punto prendere un contenitore cilindrico, ungerlo al suo interno d'olio, versarvi la pasta di ceci e fare raffreddare per 6-8 ore in frigo. Al termine del raffreddamento lasciar scivolare il cilindro di pasta che si è ottenuto su un piatto, in orizzontale, e affettarlo come un salame, in fettine sottili. Messo a bollire un litro d'olio di semi, lasciar scivolare a due-tre alla volta le fettine. Cuoceranno velocemente. Giratele continuamente. Si vedrà che sono cotte quando su ogni panella si solleverà un velo sottile. Versarle allora su un piatto con dentro della carta per assorbire l'olio. Si mangiano calde calde, versando sale e pepe nero e, qualcuno lo gradisce, una spruzzata di limone. Paradisiache! Chi può, accompagni con un buon bicchiere di Inzolia siciliano.





ma che c'entra con noi la fede




Orate, ne intretis in tentationem (pregate per non entrare in tentazione), diceva un certo Gesù ai suoi apostoli 2000 anni fa. E qui il discorso si fa più serio, e, nella vita, qualcuno fugge a gambe levate. Pregare? E che vuol dire? I più pensano: Sin dal mattino tutto è automatizzato, sveglia, colazione, accendo l'auto, mi auguro che non ci sia traffico o brutto tempo, me lo diranno i mezzi di informazione, i quali mi diranno se c'è sciopero, se ci sono nuove tasse, se il governo è caduto, ecc. Allora, per non cadere preda di una realtà codificata, massificata, diciamo una piccola preghiera. Una semplice Ave Maria. Diceva Don Orione: Un'Ave Maria e avanti!. E non siamo entrati in tentazione, o, almeno, chiediamo di non caderci. Che la realtà è questa. Fatta e codificata da altri. Che siamo responsabili della nostra vita. Anche quando sembra che tutto va perfettamente bene, dobbiamo preoccuparci solo di cosa spendere. 'Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita...' gli disse Dio, come riporta il Vangelo di Luca . E quando preghiamo, entriamo in contatto con una entità più grande di noi. Parlare con Dio. Diceva S. Teresa del Bambin Gesù: è meglio parlare 'con' Dio che parlare 'di' Dio....

venerdì 12 giugno 2015

Umanità bizzarra nella metro di Roma




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Accade ogni giorno. Ci si siede, contendendo furiosamente un posto, tra un trolley e un affollamento di ciabatte. La voce registrata, graziosamente femminile, avverte che la prossima fermata è, poniamo, Eur Magliana. Un rapido colpo d'occhio fa emergere che molti sguardi sono chini sul proprio Smartphone. Chi gioca, chi ascolta musica, chi telefona. La Mètro, come viene chiamata giocosamente a Roma, sfreccia tra le varie fermate. E comincia la passerella dei questuanti. C'è la signora matura, magra, dignitosamente vestita, abbronzata, con qualche difetto qua e là nelle scarpe o nei jeans, che cammina velocemente tra un vagone e l'altro che parla ad alta voce, che racconta la sua vicenda personale, che tanto le brucia. Così veniamo a sapere che è stata licenziata due anni fa, che ha 54 anni, che cerca continuamente lavoro, che la scartano ai colloqui perchè troppo vecchia, ecc. E cammina. E parla con un immaginario interlocutore. A tutti sembra una matta, perchè assume le movenze del viso come se avesse realmente di fronte qualcuno. Tra i passeggeri seduti, qualcuno, specie i più giovani, accenna ad un sorriso di compatimento. I più anziani fanno finta di niente. Sembrano abituati. Qualche minuto di silenzio ed ecco che ripassa. Stavolta ha cambiato tono della voce. Diventa misera, supplichevole. Ha bisogno di qualche centesimo perchè non sa come mangiare. E si rivolge direttamente a qualche passeggero. Signora, mi dia qualcosa. Devo mangiare, dice a qualcuno. I più, col volto chino o girato da un'altra parte, la ignorano. Poi c'è la ragazza Rom, col neonato attaccato al collo, dormiente o stordito. Vestita in maniera trasandata, una maglietta sdrucita, col pupo a volte attaccato al suo seno. E inizia la sua solita litania, che conosciamo tutti a memoria: buongiornooo, signoriii, sono una povera bosniaca, non ho lavoro e ho 5 figli...non sanno come mangiareee...datemi qualcosa per il latteee.... Oppure il finto 'sciancato'. Cammina vestito malamente dentro i vagoni, con un'andatura platealmente zoppa e un piede piegato all'esterno, come fosse rotto. E implora qualcosa. Una volta un paio di carabinieri lo guardavano. Lui, immediatamente dopo, la stazione successiva, esce e si mette a correre, sanissimo.
Poi, c'è l'umanità dei suonatori. Arriva un tizio, che entra da una fermata qualsiasi. Ha con se una cassa altoparlante incollata con lo scotch a un trolley sgangherato. Appena la Metro riparte, attacca il suo micro-show: buongiorno a tutti, scusate e buon viaggio, risuona nell'aria, dall'artoparlante a cui lui sussurra col microfono in mano. E comincia una breve carrellata, sempre la stessa, di successi, cantati in Karaoke, con la musica in sottofondo. C'è la, ormai solitissima, MY WAY, e tutti i classici internazionali. Lo show dura da 1 a tre minuti. I cantanti variano. Dal Rom ragazzino, alla Rom stagionata, al sudAmericano romantico, all'Ungherese violinista. Si chiude con l'immancabile bambino che, con aria rassegnata, gira con un bicchiere di carta in mano, sperando di suscitare pietismo nei passeggeri. La Metro si ferma, acchiappano il carrello e fuggono per l'uscita.








giovedì 11 giugno 2015

Riflessioni (tra un pensiero e l'altro)




Urge inframezzare tutto con una riflessione su come si muove adesso 'politicamente' l'Italia. Pare che c'entri il termine, nobilissimo, 'politica'. Il problema è, a mio modesto parere, che in Italia non si è MAI fatta politica. La quale è la gestione autonoma della volontà, in relazione ai bisogni, di una popolazione. Ma il nostro Paese, è MAI STATO AUTONOMO? E' diventato veramente ADULTO dopo l'ultima guerra? Forse MAI. Se guardiamo le vicende del Paese, finita la guerra, vediamo una Nazione vergognarsi del guaio provocato con l'aver acceso le intemperanze di un folle, Hitler, assecondandolo, anzi rafforzandolo, con le nostre truppe e le pazzie ideologiche di stampo fascista. Finita la guerra, mentre il Paese Germania riconosce, in silenzio, tutto e, usando gli aiuti americani, ricostruisce la sua potente macchina industriale, il Paese Italia, prende una direzione letteralmente ossequiosa verso i vincitori della guerra e fa di tutto per non indisporli. Cresce, ma con rispetto. Se ne accorse il povero Enrico Mattei, non appena provò a uscire dalle direttive impartite dagli USA sull'approvvigionamento del petrolio. Gli americani lo eliminarono zitti zitti. Per andare a tempi più recenti, i segni di una eterna infanzia politica si hanno quando finisce la guerra fredda, con la fine dell'Unione Sovietica, nel 1989. E da allora l'Italia non ha più stabilità. Prima Mani Pulite, dove si scoperchia la botola della corruzione sino allora tenuta nascosta da discutibili 'ragion di Stato' (quelli che avevano il potere, i socialisti, lucravano su tutti gli affari, e, in Italia, sino ad allora, chi governava era, agli occhi di tutti, il garante delle spartizioni, su cui si reggeva tutto). Poi l'avvento del berlusconismo, che sarà ricordato come il dominio di luccichii, paillettes e barzellette, apparente sfarzo e benessere, ma dietro quest'immagine c'era un sistema economico che si stava sgretolando. La prova è il debito pubblico crescente, il più alto fra i paesi occidentali, un primato di cui faremmo volentieri a meno. E il debito pubblico è la manifestazione più evidente del vuoto di idee. Capita anche a noi, normali esseri umani: molte volte, quando abbiamo le idee poco chiare, usciamo e spendiamo. Facciamo shopping. Torniamo a casa con la borsa piena e ci illudiamo che, con nuovi beni di consumo, i cattivi pensieri vanno via, troviamo nuovi stimoli, seppur artificiali (quel nuovo vestito, quel dettaglio di arredamento, quell'accessorio costoso, ecc.) E il debito pubblico è l'effetto, molto concreto, dello shopping fatto da chi guidava le politiche del paese, su nostro mandato. Ma la maturità politica era, ed è ancora, di la da venire. Si sono aumentati artificialmente i costi di chi deve guidare lo Stato (nel 1970 le regioni; aumento di enti locali, di personale sparso ovunque, tantissime opere pubbliche sparse per il territorio e mai finite, contenziosi con l'Unione Europea, costi dell'apparato dirigenziale e burocratico dello Stato più alti che in qualsiasi altra Nazione, numero smisurato di parlamentari superpagati, ecc.: hanno reso l'Italia, di fatto, un Paese che vive enormemente al disopra dei propri mezzi)




montare (facilmente) un mobile






Un salto da ......, dice tua moglie. E fin lì, nessun problema (a parte gli eventuali problemi di parcheggio). Ti giri il piano, i piani, i reparti, insomma, te lo carichi (da solo) in macchina e...via!
  • Lo hai acquistato
Ritornato a casa, te lo scarichi (sempre da solo). E lì comincia il bello. Apri la confezione, con un misto di rabbia e timore. Rabbia, perchè sai cosa ti aspetta. Ma non puoi condividere con altri (anche perchè i più che stanno a casa, per esempio i tuoi figli) scoprono che hanno improvvisamente da fare. Timore, perchè lo hai visto bell'è montato tra i corridoi del negozio e non sai se verrà esattamente identico a quello o se dovrai chiedere un permesso speciale di tempo in casa o al tuo lavoro.


  • Lo devi montare
Ti organizzi da solo. C'è sempre un foglietto istruzioni di 1 o più pagine. La primissima cosa da fare è individuare il punto, all'inizio, in cui sono elencate e dettagliate le viti, chiodi, tasselli e tutto il materiale complementare. Apri la busta di cellophan e versa tutto a terra. E ordina i pezzi davanti a te. Per esempio: 24 viti xxxxx2, 16 viti xxxxx3, ecc. E conta i pezzi con pignoleria. Perchè se mancasse una sola vite, il mobile rischia di non reggersi da solo.Questo passo, dell'ordinare i pezzi omogeneamente davanti a te è molto importante. Perchè così sai dove prendere quella vite, quel supporto, e, soprattutto, quante ne hai usate e quante te ne restano da usare. Quando inizi a montare i pezzi, unendoli tra loro, individua con estrema precisione il foro, quanti ce ne sono sopra o sotto. Perchè il foro sbagliato potrebbe farti rischiare di smontare e rimontare tutto Di solito una persona è sufficiente, ma ci sono mobili che è impossibile montare da solo.



  • Suggerimenti

Un consiglio: dimentica tutto il mondo intorno a te o eventuali impegni o qualsiasi altra cosa ti venisse in mente di fare, magari immediatamente dopo. I tempi per montare qualsiasi cosa si riducono non appena la concentrazione è massima. Quello che appariva difficile, se non impossibile, diviene via via più chiaro e semplice. La sensazione che è un'impresa impossibile di colpo via via scompare.  









mercoledì 10 giugno 2015

Come preparare un delizioso, fragrante e profumato SFINCIONE palermitano









Una vera delizia per il palato. E lo sanno molto bene i palermitani, che di cose buone se ne intendono. Una volta lo si trovava solo tra i venditori di strada. E la cantilena 'cavuru cavuru! Chi cciàvuru!' (caldo caldo! Che profumo!) era familiare a tutti, nei quartieri popolari. E quello che abbanniava (urlava le qualità del suo prodotto) si sentiva chiamato dai balconi con un Shhhh! Shhhh! Un tipico suono emanato dalle casalinghe, per attirare l'attenzione dello sfinciaru, per comprarne un pezzo. Quello venduto per strada era molto semplice. Ma in casa, come si vedrà, è più articolato e pieno di ingredienti.
Per iniziare: mettere a cuocere dei pomodori (parliamo di uno sfincione per 4-6 persone). Ne occorrono 1 kg, freschi, da pelare prima, o un barattolo da 1 kg di pomodori pelati. Sminuzzare mezzo kg di cipolle. E cuocere, a fiamma bassa, per almeno un'ora e mezza. Cuocendo, occorre mescolare di tanto in tanto, mettendo un po' di sale e assaggiandone il gusto. Adesso occorre preparare la pasta. Mescolare 1 kg di farina con 1 bicchiere di acqua tiepida, 80 g. di lievito di birra e 50 g. di farina di mais. Salare e mettere olio e zucchero (pochino). Fare lievitare per 6 ore.
La pasta, già lievitata, si stenda su una teglia oliata. Si cosparga di quella salsa che profuma di cipolle. Altri ingredienti, a piacere, sono melanzane fritte o cuori di carciofo, acciughe salate, pezzi di caciocavallo, pangrattato e origano. Si cosparge tutto di olio eztra vergine di oliva, sale e pepe nero. E si inforna per 45 minuti, badando sempre, dall'odore e dalla vista, che non si bruci.

E buon appetito. Con lo sfinciuni.

dieci minuti al giorno e...starai benissimo

Se non si ha il tempo, né la volontà, e nemmeno il denaro (può capitare) per fare una regolare attività fisica, che magari non è sopportbile da tutti, può giungere in soccorso un accorgimento semplice, economico e alla portata di tutti: una breve seduta ginnica fatta al mattino. In quei momenti della giornata il nostro fisico è più propenso a muoversi ma con più posatezza, progressione, senza forzare. E' consigliabile fare prima una doccia: ci si libera dell'apatia da sonno, appena svegliati. Poi, dopo un buon caffè, per chi lo gusta, si può iniziare. Dapprima dei semplici esercizi per il benessere della schiena




portando le ginocchia al petto, oppure al contrario, a pancia sotto




Per entrambi basta un minuto ciascuno.
Poi altri due minuti per pedalare, distesi


ed altri due per ruotare le braccia, stando ritti all'impiedi. Con e senza pesi:





Ricordarsi, tra un esercizio e l'altro, di saltellare brevemente, per scaldare i muscoli.
Il tutto può durare una decina di minuti. E si è pronti ad affrontare la giornata.

Il segno che tutto è andato bene si sente su tutto il fisico. Una leggera sudata e i muscoli pronti a muoversi.
Per i neonati....Risultati immagini per SENI CHE ALLATTANO

martedì 9 giugno 2015

Cosa mangiare per smettere di fumare



Per qualche anno ho fumato. Era un appuntamento fisso, nel giorno, l'accensione di una sigaretta. A volte non mi andava, ma...si accendeva quasi da sola. Perchè era l'abitudine, a quell'ora, in quel momento (dopo pranzo, dopo cena, oppure affacciato sul balcone, costretto ad andare lì da mia moglie che non voleva cattivi odori per casa). I miei tentativi di smettere di fumare, ormai, somigliavano sempre più al personaggio di Italo Svevo ne La coscienza di Zeno. Persino i miei figli ormai, seppur piccoli, mi rimproveravano. Finchè un giorno, oltre dieci anni fa, mi capitò di mangiare dei potenti peperoncini sotto olio. Ma non erano, poi così potenti, se considero quelli che ho mangiato in seguito. L'effetto di questi peperoncini fu inaspettato su di me. Non mi andava di fumare, anzi mi dava fastidio il solo pensare di fumare. E non ero un dilettante in quell'abitudine (cattiva) al fumo: erano ormai oltre 25 anni che mi concedevo al tabacco, con alti e bassi, senza mai, tuttavia, superare le 10 sigarette in un giorno. Il gustare peperoncino ha una conseguenza sull'organismo: fa circolare più velocemente il sangue, senza per questo far aumentare i battiti del cuore. Ci si sente , piano piano, e poi impetuosamente, immersi in una situazione di benessere che, per raggiungerlo allo stesso modo, avevo bisogno di fumare più di una sigaretta, una dopo l'altra. Ma con le sigarette si ha un'altra conseguenza, dannosa per l'organismo: l'aumento dei battiti del cuore. A qualcuno porta anche una tachicardia. E non mi addentro ad altre considerazioni di tipo sanitario: non sono un medico. Quella era la prima conseguenza, non cercata, non voluta, del tutto casuale, di cui mi accorsi gustando, in maniera forse anch'essa casuale, dei peperoncini acconciati in quel modo, che peraltro, in seguito non avrei più gustato così, ma come condimento di tutte le mie pietanze.
E quella è la cosa essenziale, la molla che fa fumare: il bisogno di avere una carica dentro. Qualcosa che faccia muovere il sangue e dia, allo stesso tempo, una sensazione di stordimento. Quello della sigaretta è uno stordimento alla lunga letale. Quello del peperoncino è, diciamo, uno 'stordimento positivo', in senso buono. Il condire i cibi, qualsiasi cibo (fuorchè i dolci, ma a volte anch'essi), inoltre, accellera la produzione di saliva e permette di gustare e digerire i cibi meglio, perchè si sciolgono in bocca. Quindi, attenzione a questi accorgimenti: Condire con peperoncino e masticare lentamente.

Facile, come allattare 
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lunedì 8 giugno 2015

Ricordo personale di Padre Puglisi (3P)






Padre Puglisi era un sacerdote.Anzitutto il termine 'era' è appropriato: 
infatti, non è più.  Era un sacerdote che viveva a Palermo, una bella città del 
Mediterraneo, capoluogo della Sicilia, ma famosa, più che per le sue bellezze, 
per  un triste fenomeno sociale, più che criminale. Questo fenomeno si chiama 
MAFIA. A Palermo c'è, sì, la Chiesa Cattolica. C'è sempre stata, anzi. Ha 
avuto, persino, dei  poteri speciali (parlo della Legatio Apostolica, che 
secoli fa le permetteva di nominare persino dei Vescovi), ma non ha ostacolato, 
negli anni passati, così tanto, il potere mafioso. Al punto che i mafiosi 
credevano di essere e restare talmente impuniti che invocavano sempre il 
Signore, la Madonna e i Santi per coprire le loro malefatte, portandosi 
appresso materiale religioso, spudoratamente iconoclasta. Esistono dei 
Sacerdoti, per così dire, 'scomodi', ma Padre Puglisi lo era più di altri. 
Mentre negli anni '70 e '80 si occupava di gruppi giovanili, ai primi degli 
anni '90 viene mandato, dalle alte gerarchie della Curia di Palermo, a fare il 
Parroco di una Chiesa di Brancaccio. Per chi non lo sapesse, questo è un 
quartiere di Palermo molto malfamato.  Pochi si vantano, in quella città, di 
abitarvi.  E' un quartiere dove gli organi inquirenti (Polizia e Carabinieri) 
sanno che viene reperita la manovalanza dei crimini più efferati, specie la 
'sparizione di persone; negli anni '80, infatti, ne sparirono, lì vicino, 
tanti, ed il fenomeno veniva, pittorescamente definito LUPARA BIANCA. Nel 1992 
nasce mio figlio Davide, ed io e mia moglie, che conosciamo bene Padre Puglisi, 
decidiamo che a battezzarlo dovesse essere lui. Per telefono ci comunica il 
procedimento, i documenti che occorrono e ci rimanda ad un certo giorno. 
Recandomi alla Parrocchia  di Brancaccio per portare i documenti, passo per la 
strada principale del quartiere: sporca, con palazzine in vista tutte 
incomplete, con l'intonaco staccato. Auto parcheggiate sul marciapiedi; 
venditori ambulanti che gridano la loro mercanzia; dei ragazzini che girano lì, 
attorno, osservandomi, perchè non mi hanno mai visto.  Il sole è alto, forte, 
perchè a Palermo cè sempre Primavera, con punte di estate anche a Gennaio.  
Padre Puglisi non c'è, e ci ritorno il giorno dopo, che è il Sabato prima del 
battesimo. Suoniamo e ci apre lui., 3P, come viene affettuosamente chiamato 
dagli amici. Tre volte P, che sta per Padre Pino Puglisi. Un acronimo che lo 
accompaqgna da anni. Scherzando, io e mia moglie gli diciamo, entrando: ciao, 
Monsignore! e sappiamo che ci risponderà 'To patri!' (tuo padre, dal siciliano) 
perchè è un  modo dei  palermitani di reagire a qualcosa che non vogliono 
sentirsi dire. Sappiamo benissimo che è un anti-carrierista della Curia e quel 
'Monsignore' è una incoronazione alla porpora vescovile che lui vuole evitare. 
E fa parte della dialettica goliarda a cui ci ha abituati. Si siede 
prontamente, perchè sulla scrivania deve riempire delle carte burocratiche per 
il Battesimo. E' preoccupato per il mancato arrivo della persona che si 
occuperà dei ragazzi, affidati a lui, tratti dalla strada, che vogliono giocare 
a palla in giardino. La persona telefona e dice che non verrà. Allora il 
Parroco Padre Puglisi, sentendosi responsabile di quei ragazzi, che già urlano 
e cominciano a manifestare insofferenza, perchè nessuno li fa giocare, ci dice: 
-scusate. Esce in giardino e lo vediamo togliersi la tonaca, lui magro e 
mingherlino, svoltarsi i pantaloni, sino al ginocchio, e correre coi ragazzi, 
giocando a calcio con loro. Sembra un ragazzino ma ha più di 50 anni. Era il 
suo modo di amare il quartiere. 
Padre Puglisi verrà ucciso lì vicino, una sera di un anno e mezzo dopo, con un 
colpo di pistola a bruciapelo, sulla nuca.
Il killer ha confessato, anni dopo, che, girandosi, gli ha sorriso e gli ha 
detto: me lo aspettavo. A Brancaccio è nato un Centro Sociale a suo nome e gli 
è stata intitolata una strada.




Quando le banche sono scorrette in Italia

sui tassi bancari, in Italia, è una pratica scorretta delle banche. Sebbene fosse una diffusa sensazione popolare, non era mai stata regolamentata.

  • La legge 108/96
Tutto ciò sino al 1996, quando una legge, la 108, ne definì, per la prima volta i contorni.Questa legge dava una connotazione numerica all'usura stabilendone un limite, ovvero un tasso al di là del quale si poteva parlare, appunto, di usura. In questa legge, nata, peraltro, su impulso del nascente diritto europeo, comune a tutti gli Stati membri dell'U.E., veniva prevista la pubblicazione trimestrale, da parte del Ministero del Tesoro e Banca d'Italia, di un Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) che non era altro che un tasso, praticato dalle banche, rilevato sulla piazza, distintamente per campi di applicazione. Si aveva, così, un tasso differente per conti correnti, Mutui, Prestiti, Leasing, ecc. Questo tasso, aumentato del 50% era la, cosiddetta, soglia usura. Per la prima volta avevano rilevanza anche le Commissioni e Spese che le banche fanno pagare in abbondanza ai clienti: anche esse 'fanno usura', cioè contribuiscono ad appesantire il tasso, sino, appunto a pervenire alla soglia usura di cui sopra. Al di là di esso era usura, con implicazioni anche penali. Successivamente, nel 2011, tale soglia cambiava. Si partiva sempre dal TEGM, aumentato stavolta del 25% ma incrementato del 4%. Chiaramente, una manovra a favore delle banche.
  • L'anatocismo
Un'altra pratica scorretta delle banche, l'Anatocismo (dal greco anatokismόs, che vuol dire, letteralmente di nuovo e usura ) è stata poi censurata con una sentenza della Corte di Cassazione nel 1999 e per ben due volte. I correntisti italiani, che fruivano di un fido bancario erano abituati, da anni, e precisamente dal 1952, a ricevere dalle banche un estratto conto che calcolava gli interessi passivi maturati ogni trimestre, precisamente 4 per ogni anno. Un accordo di cartello delle banche ne aveva dato il via. Ma questa pratica urtava con il Codice Civile del 1942. Violava, di fatto, un articolo, il 1283, che proibiva che gli interessi maturassero altri interessi. Queste sentenze della Cassazione, di fatto, erano l'epilogo di un percorso, durato anni, fatto da Associazioni di Consumatori. E la comparsa di un orientamento giurisprudenziale che, di fatto, apriva la strada a possibili rivendicazioni e risarcimenti agli utenti della banche.

Per entrambi i comportamenti illegali delle banche, negli ultimi anni, e con sempre maggiore frequenza, si hanno dei procedimenti giudiziali, con numerose sentenze che danno ragione ai clienti delle banche, facendo ottenere loro risarcimenti una volta insperati e impossibili. Sono pure apparse delle società che hanno come unico obiettivo sostenere le ragioni di clienti vessati dalle banche, ma tali società di consulenza hanno peccato di presunzione, individuando, molte volte, usura dove non c'era. E, in quei casi, la sentenza del giudice li ha puniti per lite temeraria
  • Usura sui mutui
Su questo versante, è intervenuta di recente la Corte di Cassazione (gennaio 2013) che ha detto, in sostanza, che sono in usura anche molti Mutui, in particolare quelli dove sono previsti interessi di mora, per ritardato pagamento, particolarmente gravosi, anche se non sono mai stati pagati ma semplicemente pattuiti. Si è aperto, così, un contenzioso giudiziario piuttosto affollato. Ma è sempre meglio consultare un buon avvocato esperto in materia. Anche qui il panorama dei facinorosi improvvisati si è di colpo enormemente ingrandito.



Altri commenti sul 'Fatto'

In tutti i filmati su You tube si vede un giornalista di una nazione,la Germania, che fa notare ad un politico di un altro paese, l'Italia, che avrebbe potuto far spendere meno ad una organizzazione sovranazionale di Stati. Effettivamente ha speso di meno ma ha dichiarato di più, facendo quella che in Italia si chiama la 'cresta'. Dopo quel fatto vergognoso ed imbarazzante, visto da tutta la Germania, ma non in Italia, il politico italiano avrebbe fatto bene a battere in ritirata e scomparire da tutti gli scenari politici. In un altro paese, che si autodefinisca civile, sarebbe accaduto questo. In Italia, invece, ha battuto il record della permanenza in Quirinale. Capito, adesso, perchè i tedeschi non ci ritengono per niente seri?
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Inutile meravigliarsi del disastro economico degli ultimi anni (e di quello preparatorio dei precedenti 20). Questo paese, nelle sue strutture bancarie, è pieno di FURBETTI DEL QUARTIERINO. Una specie che si riproduce spontaneamente e rigogliosamente. Li si riconosce appollaiati nelle sedi dei partiti, quando sentenziano cose che rompono le nostre idee (tipo: basta cogli scioperi, i sindacati sono inutili, ecc.). Ne sta arrivando un'altra, di queste bande. Ma c'è chi la incoraggia....
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Dietro questo glorioso giornale ci sono...........milioni di panini e fagioli co'le cotiche, consumati a caro prezzo a migliaia di feste dell'unità e pagati a carissimo prezzo. Tutti, imperterriti, a servire ai tavoli per il bene di questo prezioso incartamento di FRUTTA e VERDURA al mercato. E adesso? si risparmierà sui panini. E la cicoria nella borsa della spesa, come le fave....

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Più che ai misteri presunti, guarda ai CONTENUTI. Sintetizzati in: 'Non ho nulla da dire' (diverse settimane prima) fino al 'La mafia ha dato un aut-aut'.(ieri) Allora avevi da dire! E perchè, inoltre, distruggi i nastri? Ecco, allora, il 'latrare di misteri, reticenze e oscurità' di cui sopra....


Esempio di errori su un mutuo...


CONSIDERAZIONI SU MUTUO € 1.250.000

  1. Dati del contratto

  • E' un mutuo o un C/C? (all'inizio, nel c.d. 'cappello', c'è scritto CONTRATTO DI MUTUO FONDIARIO)-Ma, all'art.18, le rate sono addebitate sul già esistente c/c 1101952
  • All'art. 12 parla di 'OBBLIGHI ASSICURATIVI'
  • Esiste un pre-finanziamento su C/C di € 75.000,00 del 19/06/08, SCADUTO IL 15/1/09. (art. 1 bis) .Determinarne il costo in termini di tasso.
  • Ammortamento mutuo: mesi 96 (dal 01/02/11 al 31/01/19) ma esiste un pre-Ammortamento (dal 15/01/09 al 31/01/11) (art.2). In totale 120 rate.
  • TASSO: 2+Euribor360 sei mesi lettera
  • TASSO: dal giorno della stipula al 31/1/11 sarà il 5% (art.3)
  • L'importo della rata, descritto nel contratto, di € 6456,56 è relativo ad una rateazione di € 510.000 PER 96 MESI AL 5%, tasso soggetto a REVISIONE TRIMESTRALE (art.3)
  • spese di incasso per rata: €1,03
  • INDETERMINATEZZA del TASSO (Art. 7: Qualora sussista un giustificato motivo la Banca si riserva la facoltà di modificare, nel periodo di durata del mutuo, tutte le condizioni economiche relative a questo contratto)
  • ISC indicato nel contratto: 5,146%
  • TASSO PATTUITO: Euribor 360 semestrale+2 punti
  • Divisore: anno commerciale (360)
  • MORA (art. 6): 2 (due) punti in più rispetto al tasso applicato alla rata scaduta
  • ESTINZIONE ANTICIPATA (art.8) : corrispondere.....compenso omnicomprensivo dell' 1,00% (uno virgola zero zero per cento)
  • TASSO SOGLIA (1° trim. 2009-mutui variabili: TEGM 5,450% ) : 8,175%



2. Come viene superata la soglia usura