In un momento come questo,
parlare di vita sembra essere contro-corrente. Ieri è morto un uomo
con la pratica del suicidio assistito. La chiamano LA BUONA
MORTE. Sembra come addormentarsi dolcemente, tra le braccia di
una fatina. Tutti dimentica no che è l'epilogo di come si è
condotta la vita. Se io trascorro tutta la mia vita con la
possibilità di porvi fine quando ne sono stanco, che vita è? E' una
vita che PUZZA DI MORTE. L'ipocrisia la fa chiamare decisione
coraggiosa, autonoma, ecc. Ma è l'atto finale di una danza nel
palcoscenico della vita, una danza che culmina fatalmente con la
voglia di morire. Il punto che si dimentica di notare è: se voglio
che la vita cessi, non amo la mia vita. Anzi: non l'ho mai amata.
Se AMO la mia
vita, e, di conseguenza me stesso, non
ne reclamo la fine. Trincerandomi dietro la scusa di un
dolore insopportabile.
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