sabato 13 gennaio 2018

Palermo e...la mafia


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Per capire bene il sacrificio di Padre Puglisi occorre dare uno sguardo alla città in cui viveva, operava, finendone ucciso per uno slancio d'Amore, scambiato per 'invadenza' di territorio.
Già, perchè a Palermo vigeva, e vige tuttora, una rigida e severa ripartizione del territorio per sfere di competenza.
La presenza della mafia a Palermo, oggi indiscutibile, era stata negata per anni. Nei processi ai mafiosi la mafia non era un'entità precisa, con organizzazione e regole. Fino a tutti gli anni 70, la città era tenuta in scacco da mafiosi e 'uomini d'onore'. E se qualcuno veniva arrestato, riusciva anche a cavarsela , perchè nei processi era difficile far passare il reato che gli veniva addebitato, come una colpa derivante dalla sua appartenenza ad una cosca mafiosa.
Ai primi degli anni '80 la città si svegliava ogni mattina con una vera e propria mattanza di 'picciotti' (killers e manovalanza criminale spicciola) e di 'capi'.
Stava avvenendo quella che gli inquirenti descrissero come una vera 'guerra di Mafia', da cui scaturì una fazione vincente, quella dei Corleonesi (tutti mafiosi provenienti da Corleone, un paese a circa 80 km da Palermo). I suddetti Corleonesi decimarono letteralmente uomini e famiglie di Palermitani
Fu in quei giorni che indagarono con maggiore professionalità due personaggi che la cronaca trasmise poco dopo alla storia: i giudici Giovanni Falcone e Paolo BorsellinoRisultati immagini per palermo mafia criminalità
Falcone, in particolare, riuscì a convincere un notissimo 'uomo d'onore', Tommaso Buscetta, a pentirsi. Dagli interrogatori che ne scaturirono, per la prima volta nella storia, si aprì uno squarcio per poi addivenire ad un vero e proprio fiume di dichiarazioni di Buscetta, che descrisse la mafia Palermitana come una 'cupola'. Sì, il termine è intraducibile. Era la Cupola il vero Stato Maggiore di Cosa Nostra (termine vezzeggiativo, con cui i mafiosi chiamano la mafia). Si addivenì ad un processo, nel 1986, chiamato il MaxiProcesso, 
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dove, per la prima volta nella storia, e con leggi appropriate, veniva processata la Mafia. Dalla Cupola discendeva tutta una gerarchia di personaggi che ubbidivano sempre a qualcuno più in alto di lui. Il primo di tutti era una specie di Monarca, che aveva in assoluto ogni potere di vita e di morte su tutti. Si scoprì, anni dopo, che il capo era Totò Riina, recentemente morto nella galere italiane. 
Risultati immagini per totò riinaIl capo dei capi, come veniva chiamato, appunto, Totò Riina, (detto 'u' curtu, il basso, per la sua piccola statura) fu arrestato, per un tradimento, nel 1993. Dalle indagine si scoprì che TUTTO era imputabile a lui, tutti gli assassinii di mafiosi e giudici (come Falcone e Borsellino, saltati in aria nel 1992, grazie a bombe sistemate al loro passaggio).
E le pene comminategli dai vari giudici, nei processi cui fu sottoposto, assommarono a 24 ergastoli, pena impossibile da scontare da un essere umano.
Negli ultimi anni è nata una frangia di pensiero, molto in voga tra notissimi giornalisti e uomini di pensiero, che parla di un Patto Stato-Mafia.

Risultati immagini per patto stato mafiaRisultati immagini per patto stato mafiaQuesto Patto sarebbe nato per le paure di uomini politici di essere investiti dalle vendette dei Mafiosi, che , nel 1992/93, cominciarono ad effettuare veri e propri attentati fuori Palermo, a monumenti, chiese, eventi pubblici. E chiedevano di essere supplicati di smettere, alleggerendo le condizioni di prigionia cui venivano sottoposti i mafiosi. Questa tesi, purtroppo, è stata confermata da misteriose interferenze di personaggi di non origine mafiosa in fatti di cronaca dall'origine inspiegabile (per esempio, l'attentato a Falcone all'Addaura, il depistaggio dell'attentato a Borsellino, ecc.) 

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