lunedì 24 agosto 2015

panelle arancine sfincione






ARANCINE
Uno snack delizioso, da consumare a colazione, pranzo e cena. Di primo mattino, tutti i bar palermitani le tengono in bella mostra. Con carne e al burro sono le più tradizionali. Adesso ci sono delle rosticcerie che ne preparano con i gusti più disparati, mettendo, come ingrediente interno, delle verdure, del pescespada, vari formaggi, ecc. Ma è bene dire che l'arancina più tradizionale è solamente alla carne. Ed è con questa che cominciamo le istruzioni per la preparazione. Si porti alla cottura 1 kg. di riso per risotti. Suggeriamo di mettere dello zafferano nell'acqua e delle foglie di alloro. Allo stesso tempo, cuocere il condimento. Circa mezzo Kg di carne macinata da preparare come un ragù, molto ristretto, con un po' di estratto di pomodoro, piselli e alcune foglioline di menta. Dopo quasi un' ora di cottura, lasciar freddare. Anche il riso, quando è cotto, spegnere il fornello, scolarlo, eliminare l'alloro e lasciarlo freddare. A questo punto, freddi gli ingredienti, creare delle palline di riso con il palmo della mano, mettere un cucchiaino di ragù, chiudere la pallina con la mano.Poi lavorare, con le mani che avrete bagnato d'acqua, l'arancina, modellandola bene, e impanarla sul pangrattato.
Con questa tecnica e con questa quantità di ingredienti ne farete una ventina circa. Accumularle su un piatto e coprirle con un panno asciutto. Su una pentola immettete un litro di olio di semi di girasole e portate a ebollizione. E scendere, ad una ad una le arancine, che saranno fritte prendendo un bel colore dorato. Adagiarle, volta per volta, su un piatto con della carta assorbente gli oli fritti.
Per quelle al burro, invece, sostituire il ragù con del burro, primosale siciliano, pepe nero e prosciutto cotto tagliato a cubetti. Servire e...buon appetito. Gustare le arancine accompagnandole con Inzolia siciliano o Nero d'Avola.
SFINCIONE
Una vera delizia per il palato. E lo sanno molto bene i palermitani, che di cose buone se ne intendono. Una volta lo si trovava solo tra i venditori di strada. E la cantilena 'cavuru cavuru! Chi cciàvuru!' (caldo caldo! Che profumo!) era familiare a tutti, nei quartieri popolari. E quello che abbanniava (urlava le qualità del suo prodotto) si sentiva chiamato dai balconi con un Shhhh! Shhhh! Un tipico suono emanato dalle casalinghe, per attirare l'attenzione dello sfinciaru, per comprarne un pezzo. Quello venduto per strada era molto semplice. Ma in casa, come si vedrà, è più articolato e pieno di ingredienti.
Per iniziare: mettere a cuocere dei pomodori (parliamo di uno sfincione per 4-6 persone). Ne occorrono 1 kg, freschi, da pelare prima, o un barattolo da 1 kg di pomodori pelati. Sminuzzare mezzo kg di cipolle. E cuocere, a fiamma bassa, per almeno un'ora e mezza. Cuocendo, occorre mescolare di tanto in tanto, mettendo un po' di sale e assaggiandone il gusto. Adesso occorre preparare la pasta. Mescolare 1 kg di farina con 1 bicchiere di acqua tiepida, 80 g. di lievito di birra e 50 g. di farina di mais. Salare e mettere olio e zucchero (pochino). Fare lievitare per 6 ore.
La pasta, già lievitata, si stenda su una teglia oliata. Si cosparga di quella salsa che profuma di cipolle. Altri ingredienti, a piacere, sono melanzane fritte o cuori di carciofo, acciughe salate, pezzi di caciocavallo, pangrattato e origano. Si cosparge tutto di olio eztra vergine di oliva, sale e pepe nero. E si inforna per 45 minuti, badando sempre, dall'odore e dalla vista, che non si bruci.
E buon appetito. Con lo sfinciuni.
PANELLE
A Palermo gira tra la gente una cantilena popolare: cu mancia panelli 'un muori mai. (chi mangia panelle non muore mai). Ed ha una valenza scientifica: i ceci, da cui ha origine la pasta di cui sono composti, sono ricchi di proteine, al punto che un panino con le panelle ha lo stesso valore energetico di una fetta di carne ma fa meno danni. Ed allora, procediamo con le istruzioni per fare queste panelle, buonissime e salutari. Si prendano 250 g. di farina di ceci e si versino a pioggia su una pentola che contiene 1 litro di acqua. Importante: il rapporto tra farina e acqua deve essere 1 a 4. E si mescoli a freddo con una frusta girando continuamente. Un po' di sale. Sempre mescolando. A questo punto si accenda il fuoco, chè inizia il vero lavoro del cuoco. Mescolare a fuoco lento per circa mezzora, versando, nel frattempo, del prezzemolo tritato. Ci sarà un momento che la pasta diverrà densa. Non fermarsi. Continuare a mescolare, sinchè si ha l'impressione che la pasta si stacchi da sola dalle pareti. Quello è il segnale preciso che è il punto preciso di cottura. A questo punto prendere un contenitore cilindrico, ungerlo al suo interno d'olio, versarvi la pasta di ceci e fare raffreddare per 6-8 ore in frigo. Al termine del raffreddamento lasciar scivolare il cilindro di pasta che si è ottenuto su un piatto, in orizzontale, e affettarlo come un salame, in fettine sottili. Messo a bollire un litro d'olio di semi, lasciar scivolare a due-tre alla volta le fettine. Cuoceranno velocemente. Giratele continuamente. Si vedrà che sono cotte quando su ogni panella si solleverà un velo sottile. Versarle allora su un piatto con dentro della carta per assorbire l'olio. Si mangiano calde calde, versando sale e pepe nero e, qualcuno lo gradisce, una spruzzata di limone. Buonissime!
CIBI IN MEZZO ALLA STRADA
Palermo. E' un'autentica 'droga' gastronomica. E' il trionfo del gusto, della scelta, dell'assaggio, della varietà, del leggero (come mangiare una patatina dolce e bollita dal fruttivendolo) ma anche del pesante (un 'coppo' di frittola). Tutti chiamati CIBI DA STRADA, ma per le vie di Palermo non si finirebbe di mangiare mai. Si comincia la mattina da un tipico bar di Palermo (ce ne sono tantissimi) dove si può consumare una IRIS, focaccia morbidissima fritta ripiena di crema di ricotta e cioccolato), un CARTOCCIO (simile alla precedente, ma con crema di ricotta che fuoriesce da due fori) oppure una RIZZUOLA (morbidissima focaccia fritta ripiena di un ottimo ragu di carne, profumato di menta), oltre alle immancabili ARANCINE (di cui ho già parlato), agli SFINCIONELLI, anche di questi ho già parlato, oppure uno SPIEDINO (focaccia fritta ripiena di ragu' e salsa bechamel, a strati). E finito con la rosticceria, il palermitan ha schierati davanti a sé, durante la giornata, per strada, tutta una seerie di attentati alla sua linea. Può romper il digiuno con un PANINO CA' MEUSA, morbidissima pagnottina ripiena di MILZA e altre interiora di mucca, cotte nello STRUTTO, aggiunte di RICOTTA e CACIOCAVALLO grattugiato. Se capita, può anche incontrare il venditore di MUSSU, MASCIDDARU e CALCAGNOLU, che sono le cotenne della mucca, in particolare del muso e delle zampe, opportunamente bollite e spruzzate di limone e guarnite di prezzemolo. E molto sale. Come ci vuole molto sale nella CARNE A STRICASALI, parti di carne grassa, affettata e bollita, annegate nel limone, nel sale e nel pepe nero. E se incontro quello della FRITTOLA? E' il venditore di una prelibatezza, molto grassa, che tiene calda in un cesto, chiuso da una 'mappina' e ne serve un pugno alla volta, per mantenerla calda. La sera non guasterà un piatto di CUARUMA, che sono le interiora del vitello, bollite e tagliate a pezzi. Oppure, se incontro uno che arrostisce STIGGHIOLE, gustosissimi intestini di pecora, ne assaggio una. Questa è tutta carne. Anni fa c'erano quelli che vendevano FRUTTI DI MARE per strada, o POLPO BOLLITO. E i PANELLARI? Dove li mettiamo? Espongono nel bancone un panorama di fritture: PANELLE, CROCCHE', RASCHIATURE, QUAGGHI (melanzanine fritte), CICIREDDU (pesciolini fritti) e tante altre varietà di fritture, anche a richiesta.
Conclusione: per strada, il Palermitano non rischia mai di MORIRE DI FAME.


lunedì 17 agosto 2015

USURA BANCHE

Ufficialmente nasce con la legge 108/96.
C'erano dubbi? A chi sta a Roma può capitare di conoscere qualcuno che 'lavora' col...PD (e ti chiedi: ma i soldi chi glieli dà a questi?)
Seguendo la conferenza stampa di Renzi, resta l'IMPRESSIONE FORTISSIMA: vuole sembrare uno che ne sa OVUNQUE e COMUNQUE UNA PIU' di TE. Cioè, le C.....TE le sa SPARARE BENE. Nulla da obiettare!
Terrificante, l'OK di Berlusconi.Ah già:-...ragazzi, prima di uscire chiedete il permesso a papà!-
Le 'Leopolde': autentiche gallerie di PALLE. E i partecipanti? O sapevano tutto (quindi COMPLICI) o ci cascavano (quindi POLLI). La SECONDA, che ho detto, è più frequente.
Sono anch'io della sua classe di età. Ho 57 anni. E sono d'accordo su TUTTO quello che dice. Che sta capitando, in questo paese, come dice lei, di...letame? NULLA. Non sta capitando nulla. Cioè, non c'è NULLA di diverso di quello che capita da anni. Un gruppuscolo di disoccupati e incompetenti, piuttosto che cercarsi un serio lavoro, decide di fare soldi FACILI. E si da alla politica. Succede da 70 anni. Probabilmente anche da prima, ma riusciva a camuffarsi. Ora, i peggiori della società, manovrano in società private, chiamate PARTITI, danno la SCALATA al POTERE. Tutto quì. E sta diventando appannaggio dei più incompetenti, dei più disinibiti, dei più spregiudicati, dei più impresentabili. E NON HANNO REGOLE, NON HANNO PROGETTI. Hanno un solo scopo: IL POTERE. Che prelude a soldi facili, e per tutta la vita. Un noto intellettuale, il compianto SCIASCIA, passò dai comunisti ai radicali e denunciò quanto avveniva dicendo che '...LA COSTITUZIONE NON ESISTE PIU'...'https://www.youtube.com/watch?...
Ed ho paura che vedremo di peggio. La lotta si fa sempre più dura. Hanno ragione quelli del M5S ad essere durissimi.
Sono d'accordo. E aggiungo: da mezzo secolo si mortifica la famiglia, si fanno politiche che penalizzano le nascite (fiscali, reddituali). COSA CI ASPETTIAMO? Questo Paese sta diventando una foresta di SINGLES, solitari per definizione. Controllo delle nascite a tutta forza, preservativi e pillole, nascite zero se non rinforzate dagli immigrati. Certo che stiamo scomparendo. Si vada a vedere i picchi demografici in caduta, per esempio, di Genova. E nel Sud? Scappano tutti e i figli li fanno dove si mangia. Cioè all'estero.
Dicevano Elio e Le Storie Tese: ITALIA SI', ITALIA NO...ITALIA DEI KAKI. Poi: UNA PIZZA IN COMPAGNIA, UNA PIZZA DA SOLO, UN TOTALE DI DUE PIZZE, E L'ITALIA E' QUESTA QUA'. Sembrava un potente paradosso. Ma veramente, il nostro Paese si fonda su mille situazioni PARADOSSALI. Sicuramente al voto c'è un DOLO di molti, a cercare, quasi, il SUICIDIO della NAZIONE CHE NON C'E'.L'India ci manda da decenni i suoi poveracci. Da decenni missioni Italiane assistono gli indigenti a casa loro e ne curano i bambini. Da decenni adottiamo a distanza o in carne ed ossa i loro pargoli. E ci stanno ricambiando così. MA CON CHI CE L'HANNO? Hanno sbagliato soggetto.
Guarda che la motivazione di questa cronaca, sbattuta in prima pagina con insistenza, non è: 'ficchiamo il naso negli affaracci di chi si vuol drogare' ma 'questo ragazzo muore di colpo ed era venuto lì solo per divertirsi....allora si può morire anche senza che te ne accorgi?' E' questo, molto sinteticamente il messaggio che proviene da questo anomalo fatto di cronaca. Appartengo ad una generazione che andava nei locali per divertirsi, ballando e...basta. Se girava una droghetta leggera chi la usava veniva guardato subito storto e lo si veniva a sapere. La discoteca era palestra di movimento, estetica del ballo, del vestire, si gioiva dello stare assieme, delle storie d'amore che nascevano, che finivano. Si aspettavano i balli lenti. Andare in discoteca era gioia frenata, condita dal drink a base di Limonata o Coca-Cola. Tutto questo, sembra dire l'attenzione mediatica verso questo incidente: la degenerazione della serata a ballare porta persino a morire quasi inavvertitamente. Non pareva un volontario dello sballo suicida, quel ragazzo. Senza, quindi, nulla togliere a tutti quei fatti incresciosi che, giustamente, ribadisci.
Per quelli della mia generazione ('57), gli scapaccioni erano sì DOLOROSI ma un sano e salutare antidoto a tutte queste porcherie e schifoserie MORTALI entrati, ormai, nelle abitudini di una certa gioventù. Godereccia, annoiata, sazia...
Sono tentato di scrivere un commento . Ma mi fermo. Non ne scrivo più. Mi sono accorto che mi sono stati rimossi almeno un quarto dei miei commenti. Anche quelli fatti da simboli di approvazione. Al signor moderatore: non è vostra la responsabilità, ma del CLIMA di SCARSA LIBERTA' di STAMPA che c'è in Italia (siamo al 73° posto). E se, prima di pubblicare un commento, vi chiedete, giustamente: mò se ci fanno CAUSA, che famo? Taglia, taglia questo! Vi dico: FATE BENE. Ci ho provato. ma la situazione peggiora. Saluti... (chissà se censurate pure questo



giovedì 6 agosto 2015

In ricordo dell'amico Giovanni Palazzotto


Cinque giorni fa ha perso la vita. Un incidente stradale, con la moto, misterioso. Giovanni, per me, era in primo luogo il fratello di Michele, mio vecchio amico, dai tempi dell'Università. Cercavo di incontrarlo, io a Roma, lui a Palermo, ma non ci riuscivo. Sapevo che era molto impegnato, con l'associazione “Cittadinanza per la magistratura”, di cui era Coordinatore. Tempo fa, era comparso in una trasmissione Rai dove si raccontava assieme a sua moglie. Il suo era un modo 'soft', senza aggressioni mediatiche e senza aspirazioni di far carriera, di fare  'antimafia', proprio come andrebbe fatto. C'era dell'idealismo. Come sono IDEALISTI certi Siciliani. E lo possono essere SOLO i Siciliani.



sabato 1 agosto 2015

divisioni d'Italia



Ogni qualvolta si apre questo argomento il pensiero, a me palermitano, va al 1861, ai pseudo-mille, ad una FINTA Unità d'Italia che, nei fatti, NON C'E' MAI STATA. La cronaca dice che son venuti dal Piemonte un pugno di uomini che, su decisione dell'Alta Massoneria Europea, ed a tavolino, hanno espugnato della libertà un'intera popolazione. Li hanno spogliati e derubati. Chiuso le scuole per alcuni anni. Portate importanti fabbriche al Nord. Depredate le banche. Bilanciato il debito pubblico di Casa Savoia. In quel momento inizia la fuga verso le Americhe di milioni di esseri umani che, secondo luoghi comuni popolareschi, molti vogliono come nullafacenti, mentre lì, dove vanno, spesso si arricchiscono, sgobbando sodo. Il fallimento della conquista del Sud viene acutamente descritto da Pirandello, nel romanzo 'I vecchi e i giovani'. Montanelli, ne 'La Storia d'Italia, addirittura ne parla di '....qualcosa tra IL RESOCONTO DI UN FALLIMENTO e L'ANAMNESI DI UN ABORTO....' E temo che non finisce quì. Verranno numeri più duri.
Da alcuni anni pare che il mestiere del PdR sia solo quello di...MONITARE. Poi, su quello che pensi veramente, sembra non importi a nessuno. Qualcuno lo MONITI, invece, a tagliare gli oltre 350 mln di costi per mantenere un'inutile scenografia che partorisce, invece, solo MONITI.
E' chiaramente una psicopatologia, quella che lo affligge. Peccato, però, che lo chiamino per questo. Alla gente piace sentirlo urlare, inveire, dire parolacce, offendere. Poi finisce tutto lì. Ci sarebbe da studiare questa DECADENZA nei gusti televisivi. Sembra che sostituiscano la protesta.
Qualcuno gli ricordi che questa innocua frasetta latina-FUMUS PERSECUTIONIS-è diventata, da oltre vent'anni, l'appiglio di tutti i manigoldi, beccati con le mani nel sacco. Cominciò un certo Craxi a parlarne, a ragione o a torto. Si sta ancora indagando.n
Bisogna che se ne interessi l'Organizzazione Mondiale della Sanità. E' chiaramente una nuova PATOLOGIA, forse incurabile, quella di questi PSEUDO-POLITICI: appropriarsi dei soldi degli altri senza lavorare. Praticamente senza senso di SAZIETA'.In sintesi si dice RUBARE. Ma da loro viene derubricato in FUMUS PERSECUTIONIS.


Poichè E' IMPENSABILE ridurre il DEBITO PUBBLICO CICLOPICO che abbiamo strozzando gli UNICI che possono produrre REDDITO, OVVERO NOI CITTADINI LAVORATORI (non i MAGNACCIONI CHE CAMPANO ALLE NOSTRE SPALLE) e QUINDI MAGGIORI ENTRATE TRIBUTARIE , e QUINDI RIDUZIONE DEGLI INTERESSI SUL DEBITO e QUINDI PROGRESSIVO CALO DEL DEBITO, viene da chiedersi: MA DOVE STANNO ANDANDO QUESTI GENIACCI CHE CI GOVERNANO?????

giovedì 30 luglio 2015

Cronache di una POVERA Italia

Provengo, fresco fresco, da un lungo giro per le strade d'Italia. Ovunque si è controllati da Autovelox, limiti di velocità, e Vergilius in Autostrada. Poi ti arriva la multa a casa. Noi. I cittadini LAVORATORI.Che sgobbiamo tutto l'anno per mantenere questi CIALTRONI. Ma non è stato ancora inventato un Autovelox per chi RUBA?
Ricordiamoci: questo è il parlamento di quello che mangia la mortadella quando cade Prodi, di quello che sputa in faccia al collega per il suo voto. E durante gli anni si vedono cappi da impiccato, si vedono porno-star, trans, compravendite di deputati, si fregano le posate alla mensa (me l'hanno raccontato), affittano uffici che non usano. Ed è il più caro d'Europa (sia la Camera che il Senato). E vanno i pensione con vitalizi scandalosi. E gli paghiamo l'aereo anche da ex. E una folla di fessi (noi italiani) che li mantiene. Si. Fessi.
Ma se 'sto paese non ha una dignità, che altro c'è da aspettarsi?
Quello che 'piscia in bocca alle suore se non ubbidiscono' è stato graziato. Nel PD hanno paura per problemi di gengiviti diffuse....
Certi tipi basta guardarli in faccia. Si capisce lontano un miglio che a uno, come Verdini, il potere, lo smaneggio, il 'batti tu che rispondo io', non SONO AFFATTO INDIFFERENTI...

Abito a Roma da 16 anni. Qualche sindaco l'ho visto. Cosa li differenzia? Nulla. Di Marino si vede fisicamente una città sempre più sporca. Due mesi dopo l'elezione fece distribuire i secchi per la raccolta differenziata. Siamo ancora in attesa che rispettino i tempi di raccolta e tutto il resto.


martedì 28 luglio 2015

SFASCIO SICILIA



I conti pubblici della Sicilia (sono palermitano e ne parlo da...conoscitore) sono un disastro da decenni. Da sempre, anzi. La stessa ragione di esistere della Sicilia è in discussione, anche da...sempre (parlo della cosiddetta Autonomia). Quindi, che venga un Crocetta, o 'u' zù pippinu' NON CAMBIA ASSOLUTAMENTE NULLA. Dei soldi girati da Roma, la quasi totalità se ne va in SPESE CORRENTI, e una punta d'unghia in SVILUPPO. Doveva essere ESATTAMENTE L'OPPOSTO. In Sicilia MANGIANO TUTTI. E il popolo? SI GRATTA, come sempre. Vivo a Roma, per motivi di lavoro. Sono in vacanza nella mia adorata Sicilia da qualche giorno. Ogni volta che torno quì mi porto a casa, a Roma, un DOLORE sempre più forte. I Siciliani difficilmente lo capiranno, lo so. Hanno sperato con Crocetta. Ma devono COMPLETAMENTE cambiare tenore di vita, abitudini, organizzazione delle città. Altrimenti chi si candida a Presidente della Regione ci PENSI DUE VOLTE prima di farlo e prima di promettere cose mirabolanti, sapendo che non si può mantenere nulla.
I veri fessi siamo noi, tutti gli italiani. Che permettiamo che quattro furbetti discutono e decidono del nostro paese in oscure riunioni di partito, dove NON SAPPIAMO NIENTE e COMANDA CHI FA LA VOCE PIU' GROSSA. Ma quale democrazia? Quale Costituzione? NON ESISTE. Diceva Sciascia, tanti anni fa, 'La costituzione NON ESISTE PIU' (https://www.youtube.com/watch?...


Discussione all'ARS: in una  foto si vede: un gruppo di persone IPERPAGATE, messe lì a discutere del NULLA. Fuori dal PALAZZO i Siciliani che fanno sempre più le valige, ritornano ai cari vecchi luoghi dell'EMIGRAZIONE STORICA (Americhe, Germania, ecc.) Lì almeno LAVORANO, costruiscono un FUTURO per sè e i propri figli. Sono in vacanza da giorni nella mia Sicilia e sento sempre più queste storie. All'Assemblea.Regionale.Siciliana., un qualsiasi DINOSAURO costa più di Obama, e non produce niente. Solo CHIACCHERE.

Se dicessi 'Sud Europa' non mi riferisco al Meridione d'Italia. Che ha ben altri 'storici' problemi. E qui dovrei fermarmi. Ma al sud di TUTTA L'europa. Conviene ascoltare quello che dice questo storico Piemontese. (ma in rete ce ne sono tantissimi altri).  

sabato 25 luglio 2015

giovedì 23 luglio 2015

Nuovi emigranti


In provincia di Palermo, a Balestrate, chiamo due operai muratori, per dei lavori in casa. Sono avviliti. Sanno lavorare bene, ma non riescono ad organizzarsi in forma di impresa, in Sicilia. Se ne vogliono tornare in Venezuela, dove stavano molto bene. La Sicilia perde così, uno per uno, i suoi figli più validi. Per mantenere quei parassiti che stanno a Palazzo dei Normanni. Mantenuti da anni dal popolo.

mercoledì 22 luglio 2015

Palermo, mon amour...








Vengo in vacanza a Palermo, meravigliosa città. Me ne torno amareggiato. Sta scomparendo l'arredo urbano dei negozi del centro. La politica? In vacanza. Come sempre.

martedì 7 luglio 2015

La Grecia regina della Democrazia


In sintesi: danno soldi a una nazione per pagarsi gli interessi su interessi su interessi sui debiti. il codice penale penale italiano la chiama usura. a quando un avviso di garanzia alla trojka?
la vera forza della Germania, ma anche di altri paesi anglosassoni (vedi usa) è quella di sapersi indebitare e nascondere sotto il tappeto i debiti, mascherandoli in derivati. i greci, come altri paesi mediterranei, sono meno bravi. per cui passano come cattivi.
E' molto strano che si guardi alla formica greca (che, come dice qualcuno, nel loro piccolo s'incazzano) e nessuno parli dell'elefante Deutsche Bank, di cui da un bel po' si sa che è esposto in derivati, vere scommesse finanziarie, per oltre 20 volte il pil tedesco (parliamo di 55 mila miliardi di euro). l'accanimento con la Grecia sa di ricerca di spiccioli e scuse per restare in piedi.
Il 'teutonismo' mai sopito fa sì che 70 anni di dopoguerra siano passati invano. Di fatto, noi paesi europei, al di là di accordi, trattati e altri fronzoli, non ci sopportiamo. Perchè? siamo troppo diversi. nei numeri? Lì sicuramente tutto il sud europa è meno produttivo (complice anche il bel tempo e il caldo). e preciso: in azienda-ufficio. ma questo è bilanciato da maggiore produttività 'mentale'. e da una maggiore valorizzazione di aspetti,e comportamenti e significati di vita che sfuggono ad ogni statistica. Ma questa è un'altra storia.
Imagine: una mattina la Merkel che si sveglia e le dicono che tutti i paesi mediterranei sono usciti dall'euro. e a colazione wurstel. niente cappuccino. e in estate prendere il sole davanti la Danimarca.e vaffa tutte le Mercedes e Bmw
Dai dati appare che la Grecia era sì messa male da anni. Ma si sta dimenticando un fatto. L'Unione Europea, nelle intenzioni dei fondatori, è un corpus di persone, popoli, storie. cioè umano. quell'altra cosa, fatta di bilanci, interessi, banche, dare, avere, si chiama gruppo di imprese. Quest'ultimo ragiona in termini di redditività. Cioè: mi conviene tenerti? era chiaro che la Grecia non era conveniente. allora, perchè l'hanno presa? per spremerla sino all'osso? hanno ragione, allora, i Greci. ci resta la nostra dignita', dicono

Si sente nell'aria odore di irritazione teutonica. A sentirli, vien da pensare: ma che c'entriamo tutti noi coi tedeschi? di più: è stata un'autentica follia fare quest'unione. siamo diversi, molto diversi, troppo diversi. non ci differenziano solo ritmi di lavoro, abitudini, ma concezione della vita, concezione del tempo, valorizzazione degli altri. per un deutsch vale la regola: non produci? kaputt! tante ricchezze? tanto onore.


domenica 28 giugno 2015

storia di Carmelo, un siciliano


Carmelo era figlio di un noto commerciante e produttore di calzature di Palermo. Era quello che, si sarebbe detto oggi, un 'figlio di papà'. La famiglia era benestante, ma lui era, nonostante questo, sensibile ai problemi degli altri.. Gli operai di papà li aiutava, ne sentiva le sofferenze. Come sentiva le sofferenze del suo tempo: l'Italia aveva chiesto l'armistizio, con Badoglio. Era il 1944. Vediamo il Quadro della situazione: il Paese era spaccato in due. A Nord c'era la Repubblica di Salò, con tutti i gerarchi fascisti che governavano una porzione dell'Italia, soffiando sul fuoco di una presa d'orgoglio di tutti quei reduci di un regime ormai sul viale del tramonto. Il Sud era in subbuglio. Gli Alleati erano sbarcati in Sicilia e, lentamente, ma con decisione, risalivano la penisola. Cercavano di riorganizzare un Esercito Italiano ormai allo sbando. Fornivano loro le divise, le armi, li aiutarono a denominarsi GRUPPI DI COMBATTIMENTO. Ne nacquero 6: il Cremona, il Friuli, il Folgore, il Legnano, il Piceno, il Mantova. E suonarono l'adunata a richiamo per tutti quelli che ne volessero far parte. Li chiamarono, dopo, i VOLONTARI della GUERRA DI LIBERAZIONE. Autentici uomini votati al sacrificio. Chi partiva sapeva che aveva serie probabilità di non tornare più. Alla fine della guerra se ne contarono, di volontari, circa 100 mila, mentre le perdite ammontarono ad alcune migliaia. Carmelo litiga col padre, perchè vuole fare qualcosa per il suo paese. Il padre era di fede fascista. Lascia il benessere della famiglia e si arruola Volontario. Dove lo mandano? Dal primo, di quelli costituiti, e persino in prima linea: il Cremona. il glorioso Cremona. Agli inizi del 1945 questo gruppo viene piazzato nella linea di confine tra l'Italia liberata e l'Italia sotto il controllo nazi-fascista: la linea GOTICA. E a Marzo avviene una cruenta e aspra battaglia, ad Alfonsine, vicino Ravenna. Un autentico massacro. Carmelo si batte con eroismo. Viene persino decorato con la croce di guerra.


La linea Gotica viene sfondata dalle truppe Italiane che, vittoriose, procedono sino a Venezia. Le cronache diranno che tornarono indietro con mezzi di fortuna. Poco dopo, la guerra finirà. Molti reduci di quella guerra fecero carriera, appropriandosi, spesso, di meriti non veri. Carmelo torna a fare l'operaio nella fabbrica di scarpe del padre. Tra quelli che ci avevano guadagnato con la guerra non c'era certamente lui, criticato dal padre. E tra alti e bassi, quel rapporto col padre procede, per anni, minato seriamente da quello scontro tra i due durante gli anni di guerra. Carmelo aveva visto gli uomini comportarsi di fronte alle scelte serie della vita e ne aveva valutato lo spessore. Detestava l'ipocrisia. Detestava chi si addossava dei meriti che non aveva. Schivo di complimenti e di elogi, viveva lavorando sodo, educando molto severamente i 4 figli natigli dalla famiglia che si era formato. Era molto severo perchè era andato verso la vita dura, non l'aveva evitata. Generosissimo, era solito fermarsi per strada e fare l'elemosina verso chi vedeva soffrire. E la durezza del suo lavoro, nella fabbrica di scarpe della famiglia, lo abbattè improvvisamente, un giorno, dopo 3 giorni di sofferenza in ospedale. Morì a 47 anni, ignorando uno stress psico-fisico che lo assediava da anni.
Dimenticavo: Carmelo era mio padre.   


sabato 27 giugno 2015

Volle far bene e invece...ha fatto danno


Ero immerso nelle lettura di un vecchio libro di Leonardo Sciascia, Le parrocchie di Regalpetra, quando fui colpito da un passo dello stesso, in cui parlava, brevemente, del regime fascista. Racconta, Sciascia, che, in vista del possibile, e avvenuto, sbarco in Sicilia degli alleati, nel 1943, il regime fortificò le spiagge siciliane e fece affiggere dei manifesti nei muri delle città prossime alle coste; firmato dal generale Roatta. Guardando il manifesto, dice lo scrittore, '….(il generale Roatta)...fu il primo ad avvertire i Siciliani che italiani proprio non potevano considerarsi, che gli italiani si proponevano di difenderli allo stesso modo e nello stesso sentimento dei camerati tedeschi...'. Sciascia arriva a dire che Roatta avrebbe dovuto essere nominato , da Andrea Finocchiaro Aprile, 
famoso leader dei separatisti siciliani, quale Presidente onorario di una Sicilia indipendente. Che l'Unità d'Italia non avesse arrecato un gran beneficio all'Isola, se ne erano accorti in molti. Era avvenuta, contrariamente alle aspettative, con gran spargimento di sangue (basti ricordare la Strage di Bronte). I primi anni ebbero luogo le prime emigrazioni in massa verso il continente Americano. Ci furono, poi, dei movimenti contadini che culminarono coi FASCI SICILIANI, che alcuni vedono anticipare i movimenti social-comunisti che portarono, poi, alla Rivoluzione Russa del '17. Sui Fasci Siciliani scrisse un romanzo, Luigi Pirandello (I VECCHI E I GIOVANI). Nel romanzo si vede il dialogo tra le vecchie generazioni e le nuove ed emerge la delusione dalle aspettative, originatesi con l'Unità d'Italia, degli anziani, che vogliono comunicarlo ai giovani. Vi furono poi le due guerre mondiali, in cui la Sicilia forniva uomini ma ne otteneva, in cambio, dal regime fascista, vigilanza sulle sue terre, non progresso, sviluppo, dotazione di infrastrutture. Il Fascismo, apposta, aveva mandato il prefetto Mori, che veniva a cercare mafiosi, soprattutto piccoli, salvo, poi, mantenere i più potenti saldamente al loro posto, perchè avevano POTERE. Quegli stessi 'potenti' mafiosi che, gli Americani, insediarono, dopo lo sbarco, come Sindaci delle città Siciliane, facendo proliferare, negli anni successivi, una MAFIA DI POTERE POLITICO. Quella stessa che tanto danno fece, nel dopoguerra, all'isola, culminando con le stragi degli anni '70-80-90, sino ai giorni nostri.


venerdì 26 giugno 2015

La capitale del cibo da strada



Palermo. E' un'autentica 'droga' gastronomica. E' il trionfo del gusto, della scelta, dell'assaggio, della varietà, del leggero (come mangiare una patatina dolce e bollita dal fruttivendolo) ma anche del pesante (un 'coppo' di frittola). Tutti chiamati CIBI DA STRADA, ma per le vie di Palermo non si finirebbe di mangiare mai. Si comincia la mattina da un tipico bar di Palermo (ce ne sono tantissimi) dove si può consumare una IRIS, focaccia morbidissima fritta ripiena di crema di ricotta e cioccolato), un CARTOCCIO (simile alla precedente, ma con crema di ricotta che fuoriesce da due fori) oppure una RIZZUOLA (morbidissima focaccia fritta ripiena di un ottimo ragù di carne, profumato di menta), oltre alle immancabili ARANCINE (di cui ho già parlato), agli SFINCIONELLI, anche di questi ho già parlato, oppure uno SPIEDINO (focaccia fritta ripiena di ragu' e salsa bechamel, a strati). E finito con la rosticceria, il palermitano ha schierati davanti a sé, durante la giornata, per strada, tutta una serie di attentati alla sua linea. Può rompere il digiuno con un PANINO CA' MEUSA, morbidissima pagnottina ripiena di MILZA e altre interiora di mucca, cotte nello STRUTTO, aggiunte di RICOTTA e CACIOCAVALLO grattugiato. Se capita, può anche incontrare il venditore di MUSSU, MASCIDDARU e CALCAGNOLU, che sono le cotenne della mucca, in particolare del muso e delle zampe, opportunamente bollite e spruzzate di limone e guarnite di prezzemolo.




 E molto sale. Come ci vuole molto sale nella CARNE A STRICASALI, parti di carne grassa, affettata e bollita, annegate nel limone, nel sale e nel pepe nero. E se incontro quello della FRITTOLA? E' il venditore di una prelibatezza, molto grassa, che tiene calda in un cesto, chiuso da una 'mappina' e ne serve un pugno alla volta, per mantenerla calda. La sera non guasterà un piatto di CUARUMA, che sono le interiora del vitello, bollite e tagliate a pezzi. Oppure, se incontro uno che arrostisce STIGGHIOLE, gustosissimi intestini di pecora, ne assaggio una. Questa è tutta carne. Anni fa c'erano quelli che vendevano FRUTTI DI MARE per strada, o POLPO BOLLITO. E i PANELLARI? Dove li mettiamo? Espongono nel bancone un panorama di fritture: PANELLE, CROCCHE', RASCHIATURE, QUAGGHI (melanzanine fritte), CICIREDDU (pesciolini fritti) e tante altre varietà di fritture, anche a richiesta.



Conclusione: per strada, il Palermitano non rischia mai di MORIRE DI FAME.

mercoledì 24 giugno 2015

Le arancine, delizia mediterranea


Uno snack delizioso, da consumare a colazione, pranzo e cena. Di primo mattino, tutti i bar palermitani le tengono in bella mostra. Con carne e al burro sono le più tradizionali. Adesso ci sono delle rosticcerie che ne preparano con i gusti più disparati, mettendo, come ingrediente interno, delle verdure, del pescespada, vari formaggi, ecc. Ma è bene dire che l'arancina più tradizionale è solamente alla carne. Ed è con questa che cominciamo le istruzioni per la preparazione. Si porti alla cottura 1 kg. di riso per risotti. Suggeriamo di mettere dello zafferano nell'acqua e delle foglie di alloro. Allo stesso tempo, cuocere il condimento. Circa mezzo Kg di carne macinata da preparare come un ragù, molto ristretto, con un po' di estratto di pomodoro, piselli e alcune foglioline di menta. Dopo quasi un' ora di cottura, lasciar freddare. Anche il riso, quando è cotto, spegnere il fornello, scolarlo, eliminare l'alloro e lasciarlo freddare. A questo punto, freddi gli ingredienti, creare delle palline di riso con il palmo della mano, mettere un cucchiaino di ragù, chiudere la pallina con la mano.Poi lavorare, con le mani che avrete bagnato d'acqua, l'arancina, modellandola bene, e impanarla sul pangrattato.
Con questa tecnica e con questa quantità di ingredienti ne farete una ventina circa. Accumularle su un piatto e coprirle con un panno asciutto. Su una pentola immettete un litro di olio di semi di girasole e portate a ebollizione. E scendere, ad una ad una le arancine, che saranno fritte prendendo un bel colore dorato. Adagiarle, volta per volta, su un piatto con della carta assorbente gli oli fritti.

Per quelle al burro, invece, sostituire il ragù con del burro, primosale siciliano, pepe nero e prosciutto cotto tagliato a cubetti. Servire e...buon appetito. Gustare le arancine accompagnandole con Inzolia siciliano o Nero d'Avola.


domenica 21 giugno 2015

Italia, paese di furbi

 L'Italia è forse il Paese in cui l'arte dell'inganno, della furbizia, del sotterfugio, è la più sviluppata, perlomeno, tra tutti i Paesi Occidentali. Senza analizzare le vicende storiche pre-unitarie, basti vedere quello che succede dopo il 1861. Innanzitutto, la stessa Unità d'Italia è frutto di un inganno. Dei Savoia al resto del Paese.Si spacciarono per ricchi e potenti ma si impossessarono di tutti i beni e le ricchezze del Regno delle due Sicilie per potenziare il Nord d'Italia, impoverendo e lasciando nell'indigenza e ignoranza il Meridione d'Italia. Da quel momento iniziò la vendetta del Sud, che fece fatica a riconoscere nel nascente regno d'Italia la propria Patria, e si organizzò in uno Stato parallelo, che diede origine alle Mafie che dominano da quelle parti. Venne il Fascismo, e li si concretizzò un'altra bufala. Il Duce sapeva benissimo che non poteva competere con tutti gli altri Paesi Europei, ma passò il tempo a dire agli Italiani: 'Voi siete i migliori!' arrivando ad un vero e proprio lavaggio del cervello. Ce ne accorgemmo raccogliendo i cocci dell'Italia, ridotta in frantumi, alla fine della guerra. Che pure si svolse non senza inganni e furbizie. Ricapitolando: l'Italia entra in guerra nel 1940, a fianco della Germania. Ma nel 1943, resasi conto che l'impresa era di gran lunga superiore alle sue forze, chiede l'armistizio, quindi, diventa nemica della Germania. E, di fronte alla reazione di questa, che si sente tradita, reagisce, giustamente per difendersi, ma dimenticando che li abbiamo, effettivamente, ingannati. Infatti, la guerra finisce, i vincitori sono altri, ma noi ci comportiamo come offesi e vincitori di una contesa immaginaria nei confronti della Germania. Ma poi, negli anni successivi, anni di pace, c'è l'esercizio abituale della furbizia in ogni parte d'Italia. A Napoli c'è il detto 'ccà nisciuno è fesso', ma a Roma c'è la 'sòla', una continua applicazione ad appioppare una fregatura agli altri e una continua ricerca ad evitarla. In Sicilia c'è il 'futticumpagnu', ovvero il raggiro semplice o complesso negli affari. La furbizia del Nord è più velata, silenziosa, non si percepisce quasi. Ma un Milanese si sente più furbo di un Napoletano. Nei rapporti verso l'Autorità Statale prevale il volerla fregare, pagando meno tasse possibili, evadendole o eludendole. Ci sono quelli che, pur lavorando con la Pubblica Amministrazione, o con lo Stato in genere, si portano a casa qualsiasi cosa possa loro servire (ho visto militari di carriera riempirsi l'auto di cibi e suppellettili a loro affidati dalla Difesa, pratica diffusissima). Poi c'è il fenomeno della corruzione, a tutti i livelli, tra i cosiddetti' politici. La corruzione Italiana è la più alta d'Europa. Per non parlare del raggiro, a tutti i livelli, che ha portato alla crescita smisurata del debito pubblico, uno dei più alti del mondo





sabato 20 giugno 2015

Gender? e cche vvordì?



Io sono contro questa roba chiamata 'Gender'. Quando sono nato ero, e sono rimasto, un maschietto. Sono cresciuto e piano piano sono diventato uomo. Mi sono sposato e ho fatto figli. Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello il dubbio se fossi o meno maschio, se dovessi decidere, caso mai, delle soluzioni 'alternative'. Allo stesso tempo, a mia sorella non veniva il benchè minimo dubbio che fosse femmina. Il che , probabilmente, presupporrebbe, o avrebbe presupposto, che avessi avuto dei dubbi, delle sofferenze riguardo alla mia identità sessuale. Una volta, da ragazzo, da giovane ci avrei scherzato con delle espressioni sonore o figurate (è facile immaginare quali). Oggi, di colpo, complici strumenti chiamati 'social network', come Facebook, a volte salutari, a volte diabolici, ma originatosi a Tokio nel 1995, da un convegno dell'Associazione Americana Psicologia., si vede un'accellerazione 'turbinosa' delle pretese dei 'genderisti'. A fronte, ci sono circolari ministeriali, pretese lotte di rivalsa da parte dei sostenitori di una 'totale uguaglianza' di maschi e femmine. Alla base c'è il principio, scambiato per democratico, del fare tutto quello che fanno i maschi, e viceversa. Abbiamo comportamenti diversi, non l'uno superiore all'altro, o inferiore, ma con caratteri diversi. In quel famigerato convegno di Tokio si presero delle determinazioni e delle decisioni di comportamento, verso l'educazione di base degli esseri umani, che hanno influenzato molti. Ed eccoci qua, oggi a discutere sul chiedere a un bambino o a una bambina 'cosa vuole essere', se maschio, femmina, o 'devo decidere'. Chi ha fede, come me, vede un'azione di Satana, per sconvolgere la stabilità della famiglia....


martedì 16 giugno 2015

viviamo assieme ..la nostra fede




Una Domenica a riflettere. Eravamo una ventina di persone, del gruppo GAD della Fraternità Francescana di Betania, al Santuario del Sorbo, tra Campagnano e Formello (Roma). Fra Nicola ci ha letto dei suoi pensieri su cui ha costruito una riflessione. Per uno che si proclami 'cristiano' viene il momento di gestire la pazienza verso chi, apparentemente, non sopportiamo. Ci accorgiamo, anche, che 'quell'impedimento', o 'quella difficoltà', o 'quell'insuccesso' non sono casuali. In un cammino cristiano non tutto è un successo continuo.
Dice, infatti, S.Pietro nella sua lettera Patienter agit propter vos, nolens aliquos perire, sed omnes ad poenitentiam reverti (che è il Signore che ha pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti dovrebbero tornare alla penitenza). Ed è quella pazienza del Signore che ci spinge a cercare Umiltà dentro di noi. Anzi, Umiltà, Carità, Perdono.




lunedì 15 giugno 2015

Douce France?








C'era una Francia carina, poetica, sentimentale, romantica. Quest'immagine è nei ricordi di molti di noi, quelli che erano invitati a studiare, come lingua straniera, il francese, anni fa, prima dell'avvento dello strapotere dell'inglese, grazie a Internet e al linguaggio criptato dell'Informatica (una volta c'era il DOS e si gestiva in inglese). Nell'immaginario di molti di noi ragazzi tutto ciò che sapeva di francese, sapeva di gentilezza, di nobile, di educato. Risuonavano nell'aria gli 'oui', pardon, monsieur, madam, tutti accentati E l'italiano sembrava un brutto derivato del francese. E il miglior cibo pareva francese. Pareva. Per fortuna i nostro italiano era enormemente superiore.Non parliamo, poi, dei migliori vini. Poi, col tempo, vengo a sapere che la Francia era una rozza caverna che i Romani portarono alla luce. Che gli insegnarono, loro, i latini che venivano da Roma, a parlare correttamente. Il Francese divenne una lingua grazie al Latino. Poi le vicende storiche portarono la nascente Francia a grandiosità che compresero anche il re Sole, che si profumava tanto per non lavarsi. Dopo la Rivoluzione Francese, che tuttora rimane un fatto di rottura con un mondo che decadeva, quello di una certa nobiltà e di un certo clero, a beneficio di una nascente borghesia, inizia un cammino della Francia verso un colonialismo duro e sprezzante verso i popoli dell'Africa ed anche del nuovo mondo (come il Canada). Il risultato di quel periodo fu che in Nord Africa, in tutta la zona sub-Sahariana, detta Sahel, ma anche nella fascia Atlantica (Marocco, Algeria, Tunisia), più altri paesi, come il Madagascar, si parla francese. Ed è proprio dal Madagascar che proviene Parani. E' un mio vicino di casa, qui a Roma. Anni fa viveva e lavorava in Germania. Ma decise di venira in Italia, perchè qui viveva e lavorava la sua ragazza, che poi divenne sua moglie. Risultato: lascia una situazione più solida e scommette su una meno solida, l'Italia. Infatti qui lavora saltuariamente e progetta di tornarsene a lavorare in Germania. Lo sento parlare un italiano perfetto, ma con un accento francese. Gli dico: ma perchè non vai in Francia? Dopotutto sei uno di loro. Di loro? Si arrabbia. Mai! Mai coi francesi. E mi racconta che stanno nel suo paese da dominatori. Da colonizzatori, per l'esattezza. Non me l'aspettavo. E mi spiega che i francesi sono degli utilizzatori di risorse umane. Se ne servono. Poi via. In Madagascar mettono al potere chi vogliono loro. Ci vanno per sfruttare le loro risorse. Sono schiavi a casa loro. Addirittura arriva al punto di dirmi che vuol dimenticare la lingua francese. Anche se mantiene quell'accento con la erre moscia. E in questi giorni la Francia si rende protagonista di azioni cruente nei confronti dei clandestini: costoro scappano dall'Italia, loro li rintracciano li incartocciano e li scaricano di nuovo in Italia. Adesso capisco Paolo Conte che cantava 'Bartali, e i francesi che si inc......no'
(e ci devono ancora le scuse per Ustica...)







sabato 13 giugno 2015

Le Panelle, regine della cucina palermitana




A Palermo gira tra la gente una cantilena popolare: cu mancia panelli 'un muori mai. (chi mangia panelle non muore mai). Ed ha una valenza scientifica: i ceci, da cui ha origine la pasta di cui sono composte, sono ricchi di proteine, al punto che un panino con le panelle ha lo stesso valore energetico di una fetta di carne ma fa meno danni. Ed allora, procediamo con le istruzioni per fare queste panelle, buonissime e salutari. Si prendano 250 g. di farina di ceci e si versino a pioggia su una pentola che contiene 1 litro di acqua. Importante: il rapporto tra farina e acqua deve essere 1 a 4. E si mescoli a freddo con una frusta girando continuamente. Un po' di sale. Sempre mescolando. A questo punto si accenda il fuoco, chè inizia il vero lavoro del cuoco. Mescolare a fuoco lento per circa mezzora, versando, nel frattempo, del prezzemolo tritato. Ci sarà un momento che la pasta diverrà densa. Non fermarsi. Continuare a mescolare, sinchè si ha l'impressione che la pasta si stacchi da sola dalle pareti. Quello è il segnale che è il punto preciso di cottura. A questo punto prendere un contenitore cilindrico, ungerlo al suo interno d'olio, versarvi la pasta di ceci e fare raffreddare per 6-8 ore in frigo. Al termine del raffreddamento lasciar scivolare il cilindro di pasta che si è ottenuto su un piatto, in orizzontale, e affettarlo come un salame, in fettine sottili. Messo a bollire un litro d'olio di semi, lasciar scivolare a due-tre alla volta le fettine. Cuoceranno velocemente. Giratele continuamente. Si vedrà che sono cotte quando su ogni panella si solleverà un velo sottile. Versarle allora su un piatto con dentro della carta per assorbire l'olio. Si mangiano calde calde, versando sale e pepe nero e, qualcuno lo gradisce, una spruzzata di limone. Paradisiache! Chi può, accompagni con un buon bicchiere di Inzolia siciliano.