Palermo è una città
dominata dalla politica. Non dalla libera iniziativa delle persone.
Forse è meglio dire: dalla cattiva politica. Non c'è nessuna città
italiana nella quale i destini dei suoi abitanti dipendono
interamente da quello che decidono i leaders dei partiti politici nel
chiuso delle loro stanze. Questo perchè Palermo è anche il
capoluogo della Regione Sicilia, e vi si amministra la Regione
Siciliana nel grande salone di Palazzo dei Normanni, dove
quasi 1000 anni fa nacque il primo Parlamento Europeo.
Per questi motivi ed anche
per la tradizionale caratteristica dei politici Siciliani,
abituati a mediare sempre e continuamente, ad attenuare la forza
della Costituzione Italiana al fine di ricondurre tutto
agli interessi della Regione Siciliana, che è Autonoma sin
dalla Costituzione, a Palermo regna da sempre un'atmosfera di
stallo, immobilismo, di cristallizzazione del tempo presente,
raramente si assiste ad una proiezione e progettazione verso il
futuro.
A questo contribuisce la
mai attenuata presenza della Mafia dentro le stesse istituzioni. E a
Palermo si vive facendo, letteralmente, affari con la mafia.
Ci sono stati, sì,
momenti in cui la mafia sembrava alle corde (gli anni del
Maxi-processo, la vigile presenza dei magistrati del pool antimafia,
Falcone e Borsellino i primi) ma in quei momenti Cosa Nostra
applicava letteralmente un famoso detto siciliano, quando le cose
vanno male: 'calati juncu ca passa la china'
(abbassati in ginocchio che passa la livella. Si riferisce alla mola
del grano che gira in tondo su una macina mentre una livella gira
tagliando le spighe di grano). In pratica intima ai mafiosi che si
sentono in pericolo di tacere. Stare zitti. Finchè non termina il
brutto momento.
Politica e mafia spesso
sono a braccetto.
Fino agli anni 70 la
mafia era il braccio operativo e armato degli interessi mafiosi nella
politica. Negli anni 80 inizia una fase di rivolta della gente, che
si concretizza nella nascita di Movimenti di idee, ma anche di
ricerca di una nuova spiritualità. Nascono, per esempio, gruppi come
'Crociata del Vangelo', movimentato anche da Don
Puglisi, con una larga partecipazione di giovani. Oppure, in
ambito più strettamente sociale, con connotazioni più politiche che
religiose, nasce Una Città per l'Uomo, fondato da
Padre Ennio Pintacuda, di cui io che scrivo ne fui segretario
all'inizio, tra l'83 e l'87. La storia di quegli anni ci narra
che la Città di Palermo si rese indipendente dai dettami
della politica di Roma, eleggendo un Sindaco su volontà dei
Palermitani, prima nell'85 e poi nel '93.
A Palermo si assiste ad un
risveglio dei giovani che sono consapevoli che la politica si fa
nella propria città, altrimenti si consegna alla mafia le chiavi
della città.
La mafia rimane nascosta,
ma è viva e vegeta. Cerca nuovi spazi e messaggi da dare per
rimarcare il proprio dominio.
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