mercoledì 14 febbraio 2018

Palermo e la politica

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Palermo è una città dominata dalla politica. Non dalla libera iniziativa delle persone. Forse è meglio dire: dalla cattiva politica. Non c'è nessuna città italiana nella quale i destini dei suoi abitanti dipendono interamente da quello che decidono i leaders dei partiti politici nel chiuso delle loro stanze. Questo perchè Palermo è anche il capoluogo della Regione Sicilia, e vi si amministra la Regione Siciliana nel grande salone di Palazzo dei Normanni, dove quasi 1000 anni fa nacque il primo Parlamento Europeo.
Risultati immagini per ARS Palazzo dei NormanniPer questi motivi ed anche per la tradizionale caratteristica dei politici Siciliani, abituati a mediare sempre e continuamente, ad attenuare la forza della Costituzione Italiana al fine di ricondurre tutto agli interessi della Regione Siciliana, che è Autonoma sin dalla Costituzione, a Palermo regna da sempre un'atmosfera di stallo, immobilismo, di cristallizzazione del tempo presente, raramente si assiste ad una proiezione e progettazione verso il futuro.
A questo contribuisce la mai attenuata presenza della Mafia dentro le stesse istituzioni. E a Palermo si vive facendo, letteralmente, affari con la mafia.
Ci sono stati, sì, momenti in cui la mafia sembrava alle corde (gli anni del Maxi-processo, la vigile presenza dei magistrati del pool antimafia, Falcone e Borsellino i primi) ma in quei momenti Cosa Nostra applicava letteralmente un famoso detto siciliano, quando le cose vanno male: 'calati juncu ca passa la china' (abbassati in ginocchio che passa la livella. Si riferisce alla mola del grano che gira in tondo su una macina mentre una livella gira tagliando le spighe di grano). In pratica intima ai mafiosi che si sentono in pericolo di tacere. Stare zitti. Finchè non termina il brutto momento.
Politica e mafia spesso sono a braccetto.
Risultati immagini per PINTACUDAFino agli anni 70 la mafia era il braccio operativo e armato degli interessi mafiosi nella politica. Negli anni 80 inizia una fase di rivolta della gente, che si concretizza nella nascita di Movimenti di idee, ma anche di ricerca di una nuova spiritualità. Nascono, per esempio, gruppi come 'Crociata del Vangelo', movimentato anche da Don Puglisi, con una larga partecipazione di giovani. Oppure, in ambito più strettamente sociale, con connotazioni più politiche che religiose, nasce Una Città per l'Uomo, fondato da Padre Ennio Pintacuda, di cui io che scrivo ne fui segretario all'inizio, tra l'83 e l'87. La storia di quegli anni ci narra che la Città di Palermo si rese indipendente dai dettami della politica di Roma, eleggendo un Sindaco su volontà dei Palermitani, prima nell'85 e poi nel '93.
A Palermo si assiste ad un risveglio dei giovani che sono consapevoli che la politica si fa nella propria città, altrimenti si consegna alla mafia le chiavi della città.
La mafia rimane nascosta, ma è viva e vegeta. Cerca nuovi spazi e messaggi da dare per rimarcare il proprio dominio.
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E, nel 1993, fa quello che mai era successo prima, nella storia siciliana: uccide un sacerdote, molto amato dai giovani 

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