domenica 28 giugno 2015

storia di Carmelo, un siciliano


Carmelo era figlio di un noto commerciante e produttore di calzature di Palermo. Era quello che, si sarebbe detto oggi, un 'figlio di papà'. La famiglia era benestante, ma lui era, nonostante questo, sensibile ai problemi degli altri.. Gli operai di papà li aiutava, ne sentiva le sofferenze. Come sentiva le sofferenze del suo tempo: l'Italia aveva chiesto l'armistizio, con Badoglio. Era il 1944. Vediamo il Quadro della situazione: il Paese era spaccato in due. A Nord c'era la Repubblica di Salò, con tutti i gerarchi fascisti che governavano una porzione dell'Italia, soffiando sul fuoco di una presa d'orgoglio di tutti quei reduci di un regime ormai sul viale del tramonto. Il Sud era in subbuglio. Gli Alleati erano sbarcati in Sicilia e, lentamente, ma con decisione, risalivano la penisola. Cercavano di riorganizzare un Esercito Italiano ormai allo sbando. Fornivano loro le divise, le armi, li aiutarono a denominarsi GRUPPI DI COMBATTIMENTO. Ne nacquero 6: il Cremona, il Friuli, il Folgore, il Legnano, il Piceno, il Mantova. E suonarono l'adunata a richiamo per tutti quelli che ne volessero far parte. Li chiamarono, dopo, i VOLONTARI della GUERRA DI LIBERAZIONE. Autentici uomini votati al sacrificio. Chi partiva sapeva che aveva serie probabilità di non tornare più. Alla fine della guerra se ne contarono, di volontari, circa 100 mila, mentre le perdite ammontarono ad alcune migliaia. Carmelo litiga col padre, perchè vuole fare qualcosa per il suo paese. Il padre era di fede fascista. Lascia il benessere della famiglia e si arruola Volontario. Dove lo mandano? Dal primo, di quelli costituiti, e persino in prima linea: il Cremona. il glorioso Cremona. Agli inizi del 1945 questo gruppo viene piazzato nella linea di confine tra l'Italia liberata e l'Italia sotto il controllo nazi-fascista: la linea GOTICA. E a Marzo avviene una cruenta e aspra battaglia, ad Alfonsine, vicino Ravenna. Un autentico massacro. Carmelo si batte con eroismo. Viene persino decorato con la croce di guerra.


La linea Gotica viene sfondata dalle truppe Italiane che, vittoriose, procedono sino a Venezia. Le cronache diranno che tornarono indietro con mezzi di fortuna. Poco dopo, la guerra finirà. Molti reduci di quella guerra fecero carriera, appropriandosi, spesso, di meriti non veri. Carmelo torna a fare l'operaio nella fabbrica di scarpe del padre. Tra quelli che ci avevano guadagnato con la guerra non c'era certamente lui, criticato dal padre. E tra alti e bassi, quel rapporto col padre procede, per anni, minato seriamente da quello scontro tra i due durante gli anni di guerra. Carmelo aveva visto gli uomini comportarsi di fronte alle scelte serie della vita e ne aveva valutato lo spessore. Detestava l'ipocrisia. Detestava chi si addossava dei meriti che non aveva. Schivo di complimenti e di elogi, viveva lavorando sodo, educando molto severamente i 4 figli natigli dalla famiglia che si era formato. Era molto severo perchè era andato verso la vita dura, non l'aveva evitata. Generosissimo, era solito fermarsi per strada e fare l'elemosina verso chi vedeva soffrire. E la durezza del suo lavoro, nella fabbrica di scarpe della famiglia, lo abbattè improvvisamente, un giorno, dopo 3 giorni di sofferenza in ospedale. Morì a 47 anni, ignorando uno stress psico-fisico che lo assediava da anni.
Dimenticavo: Carmelo era mio padre.   


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